Dopo il “caffè sospeso” arriva il… “servizio sospeso” in parruccheria

SCIACCA. C’è il “caffè sospeso”, le “pizze sospese”, e c’è adesso anche il “servizio sospeso”. In tutta Italia si susseguono le iniziative di solidarietà in questo momento di particolare difficoltà sanitaria ed economica.

Un servizio analogo è cominciato ormai da qualche giorno anche a Sciacca ed interessa, oltre ai tradizionali bar, anche alcuni parrucchieri. Chi vuole può lasciare un contributo che verrà destinato a chi non puo’ permettersi il servizio.

L’iniziativa partita a Sciacca ha già ricevuto il plauso di tanti colleghi parrucchieri che pensano di portarla nelle loro comunità.

Si dice che la tradizione del “sospeso” sia nata nel dopoguerra a Napoli, quando nelle pizzerie dei Quartieri Spagnoli si concedeva ai clienti con poco denaro in tasca di saldare il conto a sette giorni. Una prassi che si è evoluta nell’usanza di pagare due caffè al bar, uno per sé e uno per chiunque venga dopo e non se lo possa permettere. Un sistema quasi analogo è stato adottato dal Comune di Sciacca in questi giorni con il cosiddetto “voucher” che coinvolge i commercianti. 

Mentre fino a qualche anno fa, al di fuori del capoluogo campano, pochi lo facevano, oggi in tutta Italia sono decine i bar dove si può offrire una tazzina. Anzi, da strumento dell’economia del “sospeso” è diventato quasi una moda. Se prima poteva anche essere una scelta di marketing per incentivare i consumi, oggi è un vero segnale di solidarietà verso il prossimo. Che ben venga quindi.