Don Vittorio Trani a Sciacca per parlare di carcere tra giustizia, perdono e misericordia (fotogallery)
SCIACCA- Una giornata intensa quella di ieri che ha visto padre Vittorio Trani, francescano e cappellano penitenziale da 50 anni ( i primi anni a Rebibbia, dal 1978 a Regina Coeli), conversare sull’aspetto umano dell’esperienza detentiva e sulla necessità – che impegna tutti, nessuno escluso – di comprendere nella loro varietà i temi della pena e dell’esecuzione penale nel solco tracciato dalla nostra Carta Costituzionale, ma anche, e soprattutto, sul messaggio cristiano. nel corso della sua missione, padre Vittorio Trani ha incontrato 250.000 detenuti.
“Come è in cielo, così sia in terra: il carcere tra giustizia, perdono e misericordia” (Edito da Paoline) è il titolo del libro di don Vittorio, nato da una conversazione con Stefano Natoli e Agnese Pellegrini, pubblicato da Edizioni Paoline, e che è stato presentato ieri a Sciacca, in mattinata all’interno di uno dei progetti di lettura della casa circondariale, e nel pomeriggio in un ulteriore incontro che si è svolto al Circolo Garibaldi.
Padre Vittorio Trani è un raro testimone delle trasformazioni avvenute (e di quelle mancate) in un mondo, quello del carcere, che per tanti resta, purtroppo, un oggetto ancora misterioso. Ma è testimone, principalmente, di ciò che avviene nell’ambito della restrizione che incide profondamente nell’essere umano, nella sua dignità, nella sua speranza di un reinserimento nella società scontata la pena. La pena come occasione di rivisitazione del proprio essere che ha al centro la dignità, il bene inviolabile.
Nel libro, padre Vittorio scava dentro l’aspetto umano dell’esperienza detentiva e sulla necessità attraverso l’incontro quotidiano con le persone recluse e con le loro storie intrise di sofferente umanità. A conversare con il prelato ieri sono stati il giornalista Filippo Cardinale, la psicoterapeuta Maria Grazia Bonsignore e due avvocati: il presidente della Camera penale di Sciacca Aldo Rossi e la presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati Maria Carmela Bacino. Vi proponiamo un frammento della presentazione.
L’incontro con padre Vittorio è stato organizzato dall’instancabile Maricetta Venezia, presidente dell’Avulss di Sciacca.
“Il servizio in carcere è una sfida, tra un messaggio che vuole essere il lievito di una cultura nuova fatta di serietà, attenzione, solidarietà e la deprimente logica che si ferma al « chi sbaglia deve pagare ». L’errore, certo, fa parte dell’esperienza umana, ma non distrugge la sua dignità.
È sulla lettura di una simile affermazione che si gioca il mio rapporto con la persona detenuta. Chi si ferma all’errore cade nella tentazione di considerare colui che sbaglia come un individuo “declassato”, in qualche modo spogliato della sua dignità. Chi invece, guarda la persona segue un percorso mentale diverso. L’errore va combattuto con severità e fermezza, ma la persona va comunque salvata: i binari su cui deve
muoversi la civiltà sono questi. Una comunità che vuole dirsi civile deve poter guardare i suoi membri che sbagliano come cittadini chiamati a vivere come tutti gli altri. Se così non fosse, si getterebbe al vento tutto lo sforzo (economico, sociale…) che viene messo in atto
per tenere in piedi l’apparato della giustizia. È la strada più difficile da percorrere, questa, ma a ben vedere è anche l’unica”.
Il libro è un percorso intenso che invita alla riflessione affrontando anche il cardine del messaggio di Cristo, il cui insegnamento non consente vie di fuga: « Avevo fame e mi avete dato da mangiare; avevo sete e mi avete dato da bere; ero nudo, profugo, malato, in carcere e mi avete assisti to ». Non si può tergiversare davanti a una persona che ha fame: occorre darle da mangiare. Gesù ci dice questo! Le opere di misericordia non sono temi teorici, ma sono testimonianze concrete. Obbligano a rimboccarsi le ma niche per alleviare la sofferenza”, dice padre Vittorio Trani.
Filippo Cardinale