DOMICILIARI PER FAZIO, CON “LICENZA” DI PASCOLO

La giustizia, si dice, ha i suoi tempi. Ma anche un cuore. Il saccense Giuseppe Fazio potrà pascolare per quattro  ore al giorno le sue pecore, nonostante debba scontare una pena detentiva di sei mesi. Una pena inflitta con sentenza del Tribunale di Caltanissetta lo scorso 6 dicembre. La pena da scontare è frutto del reato di oltraggio ad un magistrato in udienza, fatto avvenuto il 18 maggio del 2009. La sentenza è divenuta irrevocabile lo scorso 27 dicembre.

Il magistrato di Sorveglianza di Agrigento, lo scorso 3 aprile ha emesso il provvedimento di autorizzazione che consente a Giuseppe Fazio di scontare il residuo della pena nella sua abitazione saccense. Ma la giustizia ha tenuto in debita considerazione la professione dell’imputato, una professione bucolica che ha bisogno di spazi, di verde. Fazio fa il pastore ed è proprietario di un gregge. L’Ufficio di Sorveglianza di Agrigento ha disposto per il saccense, assistito dall’avvocato Giuseppe Scorsone, l’uscita di casa per ragioni strettamente lavorative. Fazio potrà uscire dalla sua “prigione” domestica per quattro ore al giorno, da lunedì a sabato, esclusi i giorni festivi e far pascolare le sue pecore. 

La storia di Fazio ha origini remote, quando alla guida dell’amministrazione comunale c’era il sindaco Mario Turturici. Fazio venne arrestato e il suo gregge rimase incustodito e privo di pastore. La questione emerse in Tribunale e il gregge venne affidato alla custodia giudiziaria del sindaco Turturici. Ci furono giorni di grande difficoltà, oltre che imbarazzo.

Archivio Notizie Corriere di Sciacca