“Dividere per rilanciare”, la proposta dell’associazione “Ora Basta” “Sciacca Terme Rinasce” per le terme
SCIACCA- “Ogni tentativo di vendere i beni termali non ha sortito riscontri. E’ oora di cambiare formula e pensare a offrire al mercato beni singoli”. Lo ha detto Caterina Santangelo, presidente dell’associazione Ora Basta nel corso della conferenza stampa di stamattina. Una conferenza stampa in sinergia con il movimento “Sciacca Terme Rinasce”
“Ogni tentativo- dice Caterina Santangelo-, dal Pnrr alla Cassa Depositi e Prestiti. è andato a vuoti. Ancora una grande ed ennesima delusione sulla questione terme”.
L’associazione Ora Basta si è soffermata sulla questione terme con precise valutazioni. “Immettere sul mercato l’interno patrimonio termale non ha sortito effetto- continua Santangelo-. Dal 2011 si discute della possibilità di mettere sul mercato il compendio termale, ma non ha portato a nulla. E nessun governo regionale alternatosi è riuscito a porre fine alla vicenda”.
“Considerato l’insuccesso dei tentativi, un piano alternativo bisogna trovarlo- sottolinea Santangelo- e non possiamo rimanere inerti e osservare il tracollo della nostra risorsa”.
L’associazione Ora Basta, con il supporto di Alfredo Ambrosetti e Michele Ferrara (ambedue del movimento Sciacca Terme Rinasce), ha elaborato un “Piano B”. In cosa consiste? Per la Santangelo “non significa “fare lo spezzatino” ma “frazionare i diversi complessi per tentare di affidare la gestione a singoli privati”.
Insomma, uno spezzatino innovativo dove non è chiaro in cosa consiste la novità.
Per Ora Basta, il frazionamento dei diversi beni “può essere appetibile al nostro mercato territoriale”.
Per Alfredo Ambrosetti, è necessario percorre la via della gestione a privata in modo frazionato, mettendo sul mercato i beni disponibili. La formula è quella dell’affitto per 9 anni rinnovabili per altri 9. “Abbiamo la necessità- ha chiosato Amborsetti- che si possa smuovere anche una imprenditoria locale che esiste. Per fare questo abbiamo la necessità, considerata la dimensione grande del patrimonio ma anche per i grossi costi di investimento, ma anche per i canoni gestionali, di frazionare il patrimonio termale”. Per Ambrosetti bisogna “mettere subito a gara quelle strutture che potrebbero funzionare, in questa parte, anche senza l’utilizzo dell’acqua termale. L’utilizzo di quest’ultima, secondo la normativa vigente, richiederebbe tempi non brevi”.
Per Ambrosetti, le piscine del parco termale e Molinelli possono immediatamente aprire dopo i lavori di ristrutturazione con una normalissima acqua potabile. Vi è anche la pizzeria dei Molinelli, incluso bar, il bar delle Terme, lo stabilimento Antiche Terme che può funzionare come centro benessere, il Grand Hotel delle Terme, le stufe vaporose di San Calogero alla quale affiancare anche una struttura di ristorazione poiché ci sono spazi”.
Ambrosetti immagina un periodo di 18 anni di gestione (9+9) con una moratoria sui canoni. “I canoni sono elaborati non in funzione di un business della Regione, ma a salvaguardia di beni che si sono deteriorati e continuano a deteriorarsi. In questo momento, l’interesse della città è la salvaguardia del patrimonio termale. Il privato avrà un triennio di tempo per dotarsi delle concessioni minerarie. Alla fine di tale periodo, i beni possono essere utilizzate con le acque termali.