Disservizi idrici: “Una valanga rischia di seppellire esperienza acqua pubblica in provincia”

“Tempi bui per l’acqua pubblica”: così oggi il coordinamento agrigentino Titano che racchiude numerose sigle di associazioni e comitati che da tempo lottano per la gestione pubblica del servizio idrico, nelle settimane in cui il governo nazionale lavora al decreto ”concorrenza” che prevede una stretta degli affidamenti dei servizi pubblici essenziali a società “In House providing” come la consortile della provincia di Agrigento e il governo regionale propone una riforma del servizio idrico che non piace a nessuno.

Tirano segnala che molti Comuni dell’Ambito provinciale stanno subendo un allungamento dei turni di erogazione idrica e che attorno a questo probleme ci sarebbe il quasi totale silenzio dei Sindaci e della stessa Azienda Idrica Comuni Agrigentini.

“Sono criticità note fin dallo scorso giugno – scrive Titano – l’Ars un’audizione in IV Commissione sul tema “crisi idrica” alla quale erano presenti la presidente della Commissione Savarino, il Prefetto di Agrigento, l’assessora Regionale Baglieri, il capo del Dipartimento Acqua e Rifiuti Foti, il commissario Nazionale per la depurazione Giugni, i vertici di Siciliacque e l’ex commissario prefettizio Venuti. Delle cinque proposte, concrete e subito realizzabili, individuate in quella sede per tamponare la crisi idrica estiva e ora autunnale non ne è stata realizzata una. Perché i sindaci e le istituzioni regionali non hanno dato seguito a quegli Annunci ? Come possiamo chiamare una politica che, essendo consapevole dei problemi, non si adopera per risolverli protraendo l’indigenza dei cittadini ed alimentando emergenze strutturali ?”.

Titano ritiene che si debba mettere in campo urgentemente delle iniziative per tamponare l’attuale emergenza. E propone:

Per gli 8 Comuni che hanno ottenuto la salvaguardia ex art.147 dal Commissario Regionale, l’Ati proceda ad ottenere il controllo di quei pozzi e delle fonti; Immediata cessione di reti e impianti dei 9 Comuni senza salvaguardia, e dei consorzi Tresorgenti e Voltano; Potenziare urgentemente il sistema di riparazione delle condotte e limitare le perdite crescenti; Caccia agli allacci abusivi; Urgente avvio delle procedure per l’individuazione di nuove fonti di approvvigionamento; Urgente avvio delle procedure per la conversione delle utenze da forfettarie a consumo.

“Se l’Ati e il gestore non si daranno da fare in questa direzione – rileva Titano – quello che oggi è solo un mormorio a denti stretti degli utenti, dovuto ai disservizi di inizio gestione, diventerà una valanga che seppellirà l’esperienza dell’acqua pubblica ad Agrigento e con essa quanto di buono ha rappresentato il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua nel nostro territorio, di fronte all’Italia intera. E chissà se qualcuno non si freghi già le mani”.