Disordini del derby Akragas-Pro Favara, 7 arresti, 2 denunce e 9 Daspo
AGRIGENTO- E’ immediata, ma soprattutto intransigente la risposta della polizia ai disordini verificatisi domenica scorsa a margine del derby svoltosi all’Esseneto fra Akragas e Pro Favara.
I poliziotti delle Volanti e quelli della Digos hanno fatto scattare sette arresti e due denunce a piede libero. Otto i Daspo già firmati dal questore Rosa Maria Iraci e notificati dall’Anticrimine. Ma ce n’è un nono in corso di notifica. E si tratta di divieti d’accesso nei luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive – si tratta di misure di prevenzione atipiche – che, nel caso specifico degli scontri all’Esseneto, vanno da 2 a 5 anni, sei dei quali hanno anche la prescrizione della firma in caserma prima, durante e dopo le partite di calcio dei biancazzurri. Due i Daspo semplici, ossia senza prescrizioni. Uno al diciassettenne e un altro al tifoso che non ha partecipato materialemente al lancio di sassi e bottiglie contro i poliziotti. Il nono Daspo è, invece, un aggravamento. L’agrigentino si era reso responsabile dei tafferugli, a Favara, nel 2020 e aveva avuto un Daspo di 9 anni. Nove anni perché aveva già, in precedenza, avuto un Daspo. Poi appunto le aggressioni registratesi a Favara e adesso un provvedimento di aggravamento che fa arrivare a 10 anni il divieto d’accesso nelle strutture dove si svolgono le manifestazioni e gli eventi riconosciuti dal Coni.
“Era tutto preordinato per fare scontri – ha spiegato il primo dirigente Daniele De Girolamo che è a capo della divisione Anticrimine della Questura – tant’è che si sono presentati allo stadio con cappuccio, scaldacollo, mazze, tondini. Questi delinquenti devono stare lontano dagli stadi dove devono andare i veri tifosi e le famiglie. Cosa pensano? Che la polizia non li individui? Ci sono gli agenti, ci sono le telecamere e riprese di tutti i tipi da parte della polizia Scientifica. Tutti devono capire che, con comportamenti di questo genere, lo stadio se lo possono dimenticare perché oltre al Daspo si può arrivare anche ad una misura di sorveglianza speciale e i magistrati, in casi di questo genere, sono intransigenti e accolgono immediatamente la proposta del questore”.