DIPENDENZE DA DROGA E GIOCO D’AZZARDO NELL’ERA DEL CORONAVIRUS

L’emergenza  coronavirus non ha determinato ovviamente la chiusura dei Sert, ritenuti a ragione dei servizi essenziali. Hanno dovuto modificare la propria organizzazione, mentre chi è alle prese con una dipendenza ed ha la necessità di essere assistito, ha dovuto aggiungere una ulteriore sfida a quella che già sta affrontando.

Abbiamo chiesto a Paolo Falco, responsabile del Sert di Ribera e componente del nucleo provinciale sulla lotta al gioco d’azzardo dell’Asp, di descrivere la nuova situazione che si è venuta a creare con la pandemia.

Qual’è la situazione nei Ser.T oggi, vista la pandemia che stiamo vivendo e le sue conseguenti restrizioni?

Posso parlare del mio Ser.T, anche se credo che la situazione sia più o meno uguale anche per gli altri. Posso dirle che ad oggi il numero dei Dipendenti patologici soprattutto quelli che fanno uso di sostanze stupefacenti, è aumentato. C’è una maggior richiesta di farmaci disassuefativi e questo sicuramente è dovuto ad una maggiore difficoltà da parte di molti ad approvvigionarsi di sostanze stupefacenti. Per quanto riguarda invece i Giocatori d’azzardo Patologici abbiamo potuto notare un aumento del gioco online verso il quale molti si stanno rivolgendo soprattutto per ridurre quei sintomi astinenziali a cui vanno incontro a causa della chiusura delle sale giochi.

Quali sono le precauzioni che ha preso per salvaguardare sia gli operatori che i pazienti da un eventuale contagio?

Ho provveduto ad aumentare le distanze tra i vari operatori e ad allungare il periodo di affido dei farmaci ai nostri pazienti da 7 a 15 giorni per ridurre la loro presenza al Ser.T. Ovviamente quest’ultimo provvedimento l’ho riservato soltanto a quei pazienti che godevano già dell’affido per la prosecuzione della terapia a domicilio. Mentre per i pazienti che erano in trattamento psicoterapeutico, ho attivato una linea Skype che ci permette di poter fare i colloqui in smart working e quindi di non interrompere la terapia.

– Come vede la situazione che stiamo vivendo da un punto di vista psichiatrico?

Dare una risposta a questa sua domanda è sicuramente una cosa impegnativa. Posso dirle che stiamo vivendo un po’ tutti una situazione da TSO. Di sicuro c’è una paura generalizzata che sta portando alcuni verso una fobia sociale, altri verso forme di ipocondria scatenata da un eccesso di ansia o da forme depressive che con il proseguo di questa situazione possono aggravarsi. E’ aumentata la percezione di minaccia ed è diminuita la percezione di soddisfazione. Di certo c’è una cosa ed è che non conosciamo quale sarà l’impatto sul comportamento dei bambini e degli adolescenti. Spero che non generi in un prossimo futuro una dipendenza da videogame. Di positivo invece c’è che molti uomini stanno imparando a “vivere la famiglia e la casa” e questo per molti, sta assumendo un valore nella propria vita importante.

– Quali sono i suoi consigli?

Sicuramente quello di passare meno tempo sdraiati sul divano davanti la Tv ad ascoltare tutte le notizie sulla pandemia perché questo sicuramente ci aumenta la paura e quindi l’ansia. E’ importante dedicarsi a qualcosa di fattivo che non sia solo la cucina, ho visto gente preparare di tutto e mangiare di tutto. Il mio consiglio è quello di dedicarsi magari a qualche buona lettura, ad ascoltare un po’ di musica, parlare con gli amici per telefono o attraverso le chat. Tutto questo ci aiuterà a sentirci meno soli. E infine un ultimo consiglio è quello di approfittare di questa situazione da reclusi, per parlare di più in famiglia. Il nostro futuro prossimo, sarà un futuro diverso, un futuro che difficilmente assomiglierà al nostro passato. In un modo o in un altro, tutti saremo costretti a lasciare la via vecchia per la nuova e questo ci fa paura soprattutto perché siamo abituati ad avere la nostra vita sotto controllo, ma ricordiamoci che cambiare è nella natura dell’uomo da quando ha iniziato ad esistere e questo sicuramente ci aiuterà.