DIPENDENTE COMUNALE CONDANNATO A 5 ANNI PER PECULATO E TENTATA CORRUZIONE
Il collegio giudicante del Tribunale di Sciacca, composto da Alberto Davico, presidente e a latere Francesca Cerrone e Fabio Passalacqua, ha condannato a cinque anni di carcere, oltre all’interdizione dai pubblici uffici, il dipendente comunale Vincenzo Manzone, di 59 anni, originario di Montallegro e in servizio al Comune di Sciacca. Per lui, le imputazioni sono di peculato e tentata corruzione per fatti accaduti nel 2014 e 2015.
Il collegio giudicante ha inflitto una pena superiore a quella richiesta dal pubblico ministero Michele Marrone, che ha coordinato le indagini. Vincenzo Manzone, che presta servizio nel settore Patrimonio del Comune, avrebbe utilizzato a fini personali l’auto di servizio. Manzone svolge le funzioni di coordinatore dei lavoratori socialmente utili e nell’ambito di quest’attività tiene i contatti con questi lavoratori, li raggiunge nei luoghi in cui operano.
Secondo l’accusa, Manzone avrebbe utilizzato l’auto di servizio anche per fini personali, per fare la spesa o accompagnare componenti della famiglia. Per l’accusa, Manzone avrebbe fatto tale uso sia negli orari di lavoro ma anche durante le ferie.
Tentata corruzione e peculato. Questa ipotesi di reato contestata riguarda richieste di denaro che Manzone avrebbe avanzato ad un noto fornitore del Comune. Si tratterebbe di una ditta che opera nel campo del verde pubblico. Secondo la pubblica accusa, Manzone avrebbe chiesto al fornitore di gonfiare le fatture di beni da lui acquistati e intestate al Comune. Avrebbe anche suggerito al fornitore, abusando delle sue qualità o poteri, di partecipare ad un bando per il montaggio e lo smontaggio di cabine elettorali, richiedendo di assumere alcuni lavoratori socialmente utili da lui segnalati per le operazione di allestimento dei seggi elettorali. Lavoratori ignari di quanto stava accadendo. Manzone avrebbe richiesto anche una somma di 1000 euro per la mediazione. Avrebbe anche detto al fornitore, che non ha accettato la richiesta del Manzone, che nel caso di rifiuto sarebbe stato fuori da ogni gara pubblica bandita dal Comune. Il Manzone, inoltre, avrebbe attestato falsamente la sua presenza in servizio col badge, recandosi, poi, a svolgere servizi personali.
Vincenzo Manzone è stato difeso dall’avvocato Vincenzo Cucchiara. Il Comune si è costituito parte civile richiedendo un risarcimento del danno di 50 mila euro. A rappresentare l’Ente nella fase processuale è stata Pellegrina Falco, responsabile del settore legale.
Filippo Cardinale