Di Paola: “Troppo civismo di facciata, io fiero della mia appartenenza politica”

SCIACCA. Le prime mosse della campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative di Sciacca confermano, più che in passato, la corsa dei protagonisti alla creazione di progetti civici. Tutti parlano di liste civiche e di progetti politici amministrativi da realizzare lontani dalle sigle di partito, dalle appartenenze. Ci può stare, ma le esperienze del passato ci ricordano che poi, dopo le consultazioni elettorali locali, quando si affrontano competizioni regionali e nazionali, gli stessi protagonisti dei progetti civici poi tornano ad indossare le loro casacche di appartenenza.

Contro un’operazione di civismo di facciata oggi si schiera il segretario provinciale del Partito Democratico Simone Di Paola, un’iniziativa che noi interpretiamo come una precisa volontà del suo partito di affrontare la prossima campagna elettorale delle elezioni comunali con il simbolo.

E Di Paola dà una spiegazione alla sua difesa del ruolo dei partiti: “Non posso non provare perplessità rispetto a questa ossessiva, quasi irrazionale rincorsa al civismo – dice – specie se tale tentativo di rifarsi una verginità politica, attraverso improbabili vesti civiche, provenga da soggetti che hanno passato gran parte della propria vita politica a saltellare da un partito all’altro e che hanno beneficiato e goduto del sistema partitico, salvo oggi reinventarsi verginelli della politica. Non so che credibilità possano avere tali soggetti agli occhi dei cittadini – aggiunge – con chiaro riferimento a chi è già sceso in campo ed ha parlato pubblicamente di “progetto civico” per il futuro della città – ma soprattutto non comprendo quale affinità ci possa essere fra il civismo irrazionale e ossessivo e la costruzione di una nuova visione di città”.

Di Paola si chiede il perchè uno vuole dare un contributo alla costruzione di una nuova fase politica e amministrativa della città, deve essere obbligato rinunciare a ciò che è ed all’identità che si è costruito.

Sono saccense e amo la mia città – conclude – ma non trovo contraddizioni fra la mia dimensione di cittadino innamorato della propria comunità e la mia identità politica, della quale, a scanso di equivoci, vado fiero e che non intendo mercanteggiare per ragioni di mero calcolo politico elettorale”.

Giuseppe Recca