DI PAOLA CONVOCA GLI ALLEATI. IL PENDOLO VA SULLA NON RICANDIDATURA
Il centrodestra si trova in confusione. La scelta rimandata a lungo dall’attuale sindaco adesso mette in difficoltà la colazione, in primis Forza Italia
Gli sms sono arrivati sui cellulari degli alleati. Domani mattina, lunedi’ a mezzogiorno, è fissato un incontro col sindaco. L’atmosfera non è delle migliori e si coglie imbarazzo, difficoltà, ma anche delusione. Fabrizio Di Paola torna da Roma con la scelta compiuta. Una scelta maturata da tempo, ma tenuta blindata, chiusa da una cerniera che a tratti si apriva, ma poi si chiudeva con decisione. Fabrizio Di Paola non è propenso a ricandidarsi. L’incontro con Angelino Alfano, avvenuto in due momenti, uno lampo e uno più approfondito, non è servito all’attuale sindaco a ripetere la sua esperienza sindacale. E alla base della decisione che comunicherà agli alleati, non c’è solo l’elemento politico.
La scelta di Di Paola sarebbe maturata all’interno di un perimetro che non è quello politico, né la sua decisione è frutto di una “paura” di perdere il confronto elettorale. Non sarebbe giusto imputare il “non mi ricandido” solo ad una visione pessimista del confronto elettorale. Nelle prossime ore, sicuramente dopo la riunione di domani con gli alleati, il sindaco comunicherà urbi et orbi la sua scelta irrevocabile.
Scelta che crea difficoltà tra gli alleati, in primis in Forza Italia. Troppo tempo è trascorso per mettere gli alleati in condizioni più idonee per organizzarsi, per assumere scelte, per ridisegnare le alleanze. E pure, il centrodestra nell’ultimo periodo è apparso più incoraggiato in una scelta di Di Paola che andasse in una ricandidatura. Né la “sostituzione” con l’eventuale disponibilità di Calogero Filippo Bono sembra l’ancora di salvezza. Il Presidente del Consiglio comunale non scalpita certamente, né attendeva, in cuor suo, l’abdicazione da parte del sindaco. Con l’uscita di Di Paola dalla scena politica locale, il centrodestra vede scombinate le carte, a maggior ragione con una scelta giunta con molto ritardo.
Nonostante le difficoltà di un mandato caratterizzato – come la gran parte dei Comuni italiani e la totalità dei Comuni siciliani- da difficoltà finanziarie dovute ai continui e drastici tagli dei trasferimenti del Governo nazionale e di quello regionale, il centrodestra nutriva la convinzione che la ricandidatura di Di Paola fosse una carta utile e buona. Ma soprattutto, Fabrizio Di Paola rappresentava una cerniera in grado di unire le varie realtà del centrodestra.
Il quadro politico locale, in vista delle prossime elezioni, è ancora avvolto da nubi che “offuscano” la vista. E se tra i grillini sembra prevalere il profilo dell’avvocato Giuseppe Livio (Ma nessuna certezza erge ancora. L’assemblea grillina sembra aver compiuto la scelta, ma attende la decisione dello stesso Livio), in Mizzica c’è il 32enne ingegnere Domenico Contino che pare cogliere il maggiore apprezzamento.
Rimane ancora avvolto dalla nebbia il centrosinistra , il quale, pur avendo ritrovata l’unione interna, rimane in attesa della decisione di Paolo Mandracchia, riconosciuto ad ampio spettro come profilo di candidato rappresentativo. Ma nella decisione di Mandracchia pesano i ruoli importanti che ricopre e che vanno oltre la sfera politica. Recentemente è stato eletto presidente dell’unica cantina sociale del territorio. Ma un ruolo importante e di responsabilità Mandracchia ce l’ha nel mondo dell’agricoltura. A questi due elementi che pesano assai, non è da trascurare un altro elemento che il consigliere comunale di Sinistra Italiana sta valutando e che rientra nella sfera familiare. Da non trascurare che il centrosinistra vede al suo fianco un concorrente che rosicchia voti: Mizzica.
Dai due poli politici tradizionali sta emergendo un elemento inusuale: il tentennamento a candidarsi a sindaco. Novità assoluta a Sciacca dove, invece, accadeva il contarrio. E’ il segno di una insicurezza dovuta alla presenza dei grillini nella competizione elettorale. L’idea che domina è quella che ci sarà il ballottaggio. In tale ipotesi, anche sulla scorta di quanto accaduto nelle vicine Favara e Porto Empedocle e nella lontana Torino, non ci sarebbe partita. La vittoria dei grillini è data per certa. In verità, nessuno è in grado, nella nostra Sciacca, a misurare il livello di rabbia da parte degli elettori. E’ una sensazione, ma non una certezza che permette di misurarla. Ed è questa incognita che fa aumentare la paura, l’incertezza, la resistenza a candidarsi.