DI NUOVO A RISCHIO IL TRIBUNALE DI SCIACCA
In Commissione si lavora per la fase 2 della riforma dell’Ordinamento giudiziario: ancora tagli
Tribunale di Sciacca ancora in bilico? Tutto sembra possibile, specie quando le scelte governative vanno avanti con determinazione e con l’obiettivo di tagli.
Vi è una bozza predisposta dalla Commissione per la riforma dell’Ordinamento giudiziario, voluta dal ministro Orlando, che mira a completare il progetto di revisione della geografia giudiziaria. Un progetto tocca sul territorio la redistribuzione delle Corti di appello e delle Procure generali presso le Corti di appello, i tribunali ordinari e le procure della Repubblica.
Nell’ambito di tale ridistribuzione entra anche il progetto della specializzazione nella ripartizione delle competenze. La nuova geografia giudiziaria, in verità, sarebbe la fase 2 della riforma cominciata nel 2012.
Si ricorda cosa avvenne: eliminate le sezioni distaccate, taglio drastico e l’accorpamento degli uffici del giudice di pace, soppressione di 30 tribunali e procure annesse, riducendo il numero complessivamente a 135.
Il Tribunale di Sciacca allora si salvò grazie ad una massiccia mobilitazione anche con l’intervento della politica. Era ministro della Giustizia, in quel tempo, Angelino Alfano. Il Distretto giudiziario di Sciacca si ampliò incorpando comuni del trapanese che portarono a 20 i centri ricadenti nella competenza del tribunale saccense. Poggioreale, Salaparuta, Partanna, Santa Ninfa e Gibellina furono accorpati a Sciacca.
Oggi, la fase 2 del progetto di redistribuzione geografica giudiziaria porta alla ribalta il rischio taglio del Tribunale di Sciacca, con relativa Procura.
Il progetto della Commissione entro il 31 dicembre dovrà essere presentato in Parlamento.