“Deportati” per legge. Nel Ddl dell’Ars, 85 dipendenti denominati come nel nazismo. Chi spalma e chi deporta, l’onorevole pochezza
PALERMO. Di Filippo Cardinale
Mancano solo i vagoni per trasporto animali, i treni che prelevarono ebrei, rom, omosessuali, per portarli alla “soluzione finale”. In quei campi di concentramento che hanno macchiato la storia per sempre, che hanno segnato una atrocità umana mai vista. Ma è preferibile usare l’aggettivo bestiale.
Nel 2018 gli “onorevoli” firmatari del Disegno di Legge n. 225 del 3 aprile 2018 della XVII Legislatura dell’Assemblea regionale siciliana, compiono lo scivolone e lo firmano nella relazione del Disegno di Legge sopra citato con oggetto “interventi di riordino nel settore termale”.
Preciso che questo Disegno di Legge ha dormito in pace per 3 anni e nei giorni scorsi ha ricevuto la rianimazione con l’immancabile entusiasmo degli onorevoli Catanzaro e Barbagallo che appartengono al Pd, partito che storicamente ritiene il nazismo e la deportazione di innocenti non solo un crimine di guerra, ma il volto bestiale della follia umana.
Nell’entusiasmo tipico del risveglio politico con l’ausilio della tazzina di caffè delle elezioni regionali dell’anno prossimo, hanno risvegliato e portato in Commissione Territorio e Ambiente il dormiente Disegno di Legge.
Leggendo attentamente le 10 pagine del disegno di legge, abbiamo espresso una nostra sensazione pubblicando stamane l’articolo https://www.corrieredisciacca.it/terme-una-cosa-al-giorno-e-tutto-quanto-fa-spettacolo/.
Ma ciò che mi ha fatto saltare dalla poltrona è contenuto a pagina 2, secondo capoverso. Esso così recita: Le Terme di Acireale fino all’anno 2005 occupavano circa 100 persone, attualmente rimangono a suo carico 17 dipendenti. Il personale dell’Azienda Autonoma, attraverso la L.R. 11/2007 è transitato nel ruolo ad esaurimento della Regione Siciliana mantenendo i diritti acquisiti. Successivamente, nel settembre del 2008 (D.D.G. Assessorato alla Presidenza, n. 8160 del 30.09.2008) viene data attuazione al ruolo speciale di cui alla L.R. 11/2007 e 85 dipendenti vengono deportati in uffici regionali periferici, disperdendo un patrimonio professionale e sanitario pluridecennale.
Dunque, chi ha scritto la relazione (non è certamente frutto degli “onorevoli”) definisce i lavoratori termali “deportati”. Ma chi ha firmato la relazione non è meno colpevole. E’ colpevole per non aver letto bene (o letto), è colpevole per la reiterazione dell’orribile termine con cui si definiscono i lavoratori. E’ una onorevole ignoranza.
E menomale che hanno “deportato i dipendenti in uffici regionali periferici” e non nei campi di sterminio come Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka Auschwitz, e tanti altri ancora.
E così, nella pochezza della politica attuale, c’è chi spalma morti da covid, chi deporta dipendenti termali. E’ la follia linguistica dei tempi attuali, una follia che manca di preparazione, di cultura, di senso del limite, di un uso corretto della lingua italiana che viene violentata quotidianamente. Appunto, la pochezza.
Eppure, una sorta di trasferimento in un luogo di prigionia o di pena fuori del proprio paese avvenne con i lavoratori termali. Quando fu creato il ruolo speciale dove farli transitare, a seguito della strampalata trasformazione delle Aziende autonome delle Terme, molti furono sballottati in uffici distanti dal luogo delle terme. Gran parte di lavoratori delle Terme di Sciacca finirono ad Agrigento, una buona parte rimase a Sciacca con un metodo poco equo.