DECLASSAMENTO, PIANO PIANO E IN SILENZIO
Nella nuova rete ospedaliera, l’ospedale di Sciacca figura come “di base”. Si salvano gli ospedali di Salemi, città dell’assessore Gucciardi e di Gela, città di Rosario Crocetta
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. E così, tra parole dei vari assessori, tra i sorrisi compiacenti dei deputati che di volta in volta si fanno vedere in giro, la parola declassamento per l’ospedale di Sciacca non è più un tabù. C’è l’accordo tra Stato e Regione sul piano della nuova rete sanitaria siciliana. E mentre l’assessore Gucciardi fa finta di dire che ancora è una bozza, oggi sul Giornale di Sicilia, a firma di Giacinto Pipitone, viene pubblicata la mappa dei tagli. E non si tratta di “una bozza”.
E mentre sulle Madonie c’è una rivoluzione dei cittadini e dei politici locali, a Ribera verrà chiuso il pronto soccorso e il sindaco si dichiara “fiducioso nel salvataggio”. A Sciacca l’ospedale rientra tra quelli declassati. Anche qui il silenzio. Tutto tace e tutto scorre senza impedimenti come l’acqua sotto i ponti. Il Giornale di Sicilia pubblica la mappa della rete ospedaliera “frutto dell’unico accordo finora sottoscritto tra Stato e Regione al termine di un annodi braccio di ferro”.
L’assessore Gucciardo non ha ancora ufficializzato il piano, ma ha imposto ai manager delle Asp il massimo silenzio. Gli ospedali siciliani verranno suddivisi in tre fasce.
Ospedali di primo livello , gli unici che conserveranno tutte le discipline sanitarie. Sono 15: Garibaldi e Vittorio Emanuele a Catania, Gravina di Caltagirone, Arezzo di Ragusa, Umberto I a Siracusa, Papardo a Messina, Policlinico, Villa Sofia-Cervello, Buccheri la Ferla, Civico a Palermo, Sant’Antonio Abata e Trapani, Vittorio Emanuele a Salemi, San Giovanni Di Dio ad Agrigento, Sant’Elia a Caltanissetta, Vittorio Emanuele a Gela, Umberto I a Enna. In tutti questi ospedali ci sarà anche un pronto soccorso.
Soppressione Pronto Soccorso . Saranno chiusi i pronto soccorso che effettuano meno di 20.000 interventi all’anno.
Ospedali declassati . Nel Piano vengono denominati “ ospedali di base ”. In questi ospedali potranno essere mantenuti solo 4 reparti: medicina, chirurgia, ortopedia e cardiologia. Tutti gli altri reparti verranno chiusi e i medici trasferiti.
In questa fascia sono finiti ospedali importanti quali il Giglio di Cefalù, l’Ingrassia di Palermo, quello di Partinico.
Sono 23 gli ospedali che verranno declassati a struttura di base. Tra questi c’è il Giovanni Paolo II di Sciacca , poi Acireale-Giarre, Biancavilla-Paternò, Vittoria, Cosimo, Avola, Augusta, Lentini, Piemonte-Bonino Pulejo,Milazzo, Sant’Agata di Militello, Patti, Taormina, Ingrassia (PA), Giglio di Cefalù, Partinico, Termini Imerese, Alcamo, Castelvetrano, Marsala, Mazara del Vallo, Canicattì, Licata.
Secondo il Piano, in questi ospedali scompariranno i reparti diversi da medicina, chirurgia, ortopedia e cardiologia. E’ in questa fascia, sottolinea l’articolo di Giacinto Pipitone, che si concentrano i tagli principali del Piano concordato col Ministero imposto dal cosiddetto DM70 varato qualche anno fa dall’ex ministro Balduzzi.
Ospedali Minori Limitata l’azione delle strutture nelle zone “disagiate”: Bronte, Lipar, Corleone, Petralia, Pantelleria, Mussomeli, Nicosia. Possono rimanere solo tre reparti: chirurgia, medicina e cardiologia. Tutti gli altri ancora in vita verranno soppressi dal primo giorno successivo all’entrata in vigore del Piano.
A Sciacca c’è il silenzio, convinti che tutto resta immutato tra le parole profuse dell’assessore Guccuardio nella sua visita a Sciacca e i sorrisi compiacenti dei deputati che lo accompagnano. Sarebbe opportuno aprire subito un dibattito consiliare per diffondere la verità sulla struttura ospedaliera saccense. E’ meglio una verità brusca, che bugie dolci.