Dazi: in vigore imposte al 10%. Esenti petrolio gas oro e minerali non presenti in Usa

Dal 9 aprile il conto sarà più pesante per i paesi che esportano negli Stati Uniti più di quanto importano prodotti americani
Da ieri gran parte dei prodotti che gli Stati Uniti importano dal resto del mondo saranno colpiti dai dazi doganali aggiuntivi del 10% decisi da Donald Trump. Questa soglia universale del 10% si aggiunge alle tasse doganali già esistenti. Tuttavia, alcuni beni sono attualmente esenti: petrolio, gas, rame, oro, argento, platino, palladio, legname da costruzione, semiconduttori, prodotti farmaceutici e persino minerali non presenti sul suolo americano. Dal 9 aprile il conto sarà significativamente più pesante per i paesi che esportano negli Stati Uniti più di quanto importano prodotti americani. I dazi saranno al +54% in totale per la Cina (obiettivo in più fasi), +20% per l’Unione Europea, +46% per il Vietnam, +24% per il Giappone. La misura interesserà circa 80 paesi e territori, compresi i 27 paesi della Ue, secondo un documento ufficiale pubblicato venerdì dal governo americano.
L’Onu per il Commercio e lo Sviluppo (Unctad) ha espresso preoccupazione per il fatto che nella lista siano ancora presenti i paesi più poveri del pianeta. L’organizzazione ha sottolineato che i paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari in via di sviluppo sono responsabili rispettivamente solo dell’1,6% e dello 0,4% del deficit commerciale statunitense. Questi paesi, ha osservato, “non contribuiranno né a riequilibrare il deficit commerciale né a generare entrate significative”. L’annuncio di mercoledì di Trump, giustificato dall’”emergenza nazionale” per ridurre il deficit americano, ha scioccato l’economia mondiale. Le barriere doganali promesse saranno alte, secondo gli economisti, come negli anni ’30 negli Stati Uniti, in un’epoca in cui i flussi erano molto più bassi e i paesi erano meno dipendenti dalla produzione altrui. Di fronte alla risposta annunciata da Pechino (+34% sui prodotti americani dal 10 aprile) e ai timori di una spirale negativa per l’economia globale, i mercati finanziari sono crollati.