Dal 2017 al 2022, com’è cambiato il peso elettorale dell’ex Consiglio comunale

SCIACCA-  E’ un altro mondo politico-elettorale quello uscito fuori dalle elezioni comunali del 2017 rispetto ad oggi. Cinque anni che hanno cambiato fisionomia politica, che hanno scomposto le coalizioni del 2017, che hanno ridimensionato talune forze politiche e taluni politici storici della città. Ma dimostrano, anche, come il fenomeno del “civismo” ha la comparsa delle meteore. Bagliore iniziale, scomparsa successiva. Tra le meteore, la lista civica Nostra Sciacca (la lista del sindaco Francesca Valenti). Due consiglieri iniziali con Carmela Santangelo  (464 voti) e Ezio Di Prima (286 voti). Era un gruppo consiliare con la denominazione della lista, ma poi l’addio di Carmela Santangelo rese obbligatorio Ezio Di Prima, rimasto solo, ad iscriversi al gruppo misto. Altra lista civica, Sciacca Democratica di Nuccio Cusumano, uscita dalle urne con il premio di 4 seggi (Bellanca, Ambrogio, Gulotta e Ruffo) ha subito un profondo mutamento fino a sgretolarsi. Se all’inizio della consiliatura il gruppo sommava 1.262 voti (Bellanca 491, Ambrogio 382, Gulotta 202, Ruffo 187), oggi dei 4 eletti rimane solo Ruffo. Valeria Gulotta si rese indipendente, Bellanca fu fatto dimettere da consigliere per assumere la carica di assessore, poi azzerato. Ambrogio qualche giorno fa ha dichiarato l’addio a Nuccio Cusumano. Di quei 1.262 voti iniziali, restano quelli di Santo Ruffo (187).

Qualche mese fa, Nuccio Cusumano è approdato in Forza Italia. Il suo peso elettorale, rispetto al 2017, è di mutazione evidente ed è in direzione di un forte dimagrimento. Dovrà, in buona sostanza, ricomporre il suo “esercito”, trovare candidati in grado di un forte recupero di consenso elettorale. Ma è Forza Italia stessa ad aver subito una emorragia di voti. Rispetto al 2017, infatti, tra le fila del partito di Berlusconi non vi è più Silvio Caracappa, né Lorenzo Maglienti. Il primo ottenne 455 voti, il secondo 608 voti. Sommano 1.063 ai quali devono aggiungersi 317 voti di Angela Casciaro, figlia del noto politico locale e prima dei non eletti pur conseguendo un buon risultato. In buona sostanza, con questi 3 candidati Forza Italia somma(va) 1.380 voti. Ma si sono volatizzati. Infatti, Silvio Caracappa è approdato in Diventerà Bellissima, mentre Lorenzo Maglienti è approdato nell’Mpa di Roberto Di Mauro. Maglienti e Casciaro sono i referenti di Mpa a Sciacca. Forza Italia, dunque, dovrà lavorare sodo per comporre una lista competitiva. Tra il senatore Cusumano e l’ex sindaco Mario Turturici, lo sforzo non dovrebbe essere pesante. Ma solo in teoria.

Progetto Sciacca, la lista di Calogero Bono, perde Pasquale Bentivegna che approda in Insieme per Sciacca, insieme ad Alberto Sabella. Un passaggio che va a beneficio del candidato sindaco Ignazio Messina.

Ignazio Messina calamita Filippo Bellanca, Paolo Mandracchia, Carmela Santangelo, Gioacchino Settecasi (nelle ultime elezioni non si è candidato ma è stato assessore, poi azzerato), Alberto Sabella, Pasquale Bentivegna. In consiglio comunale sommavano 2.091; di questi, nel 2017, 1.763 erano a beneficio del centrosinistra. Appare evidente quanto forte sia l’emorragia nella parte della coalizione che ha sostenuto il sindaco Francesca Valenti e nella quale il PD ha tenuto le redini governando col monocolore. Qualche domanda di autocritica dovrebbe porla pure il sindaco. Ma, è inutile, alea iacta est.

Mizzica, con l’elezione di Fabio Termine a consigliere comunale ad oggi non fa movimento. E’ stabilmente posizionata in solitaria. Fabio Termine fu il primo eletto in assoluto con 833 voti. Non scattò il secondo seggio con la candidata Silvia Miraglia che raccolse 404 voti.

Più illeggibile è il dato del M5S. Il candidato a sindaco grillino si piazzò al quarto posto dopo Mizzica con Fabio Termine. Al movimento scattarono 2 seggi con Teresa Bilello 408 voti e Alessandro Curreri 382 voti. Primo dei non eletti fu Rosy Abruzzo con 369 voti. Cinque anni fa i grillini avevano il vento in poppa. Adesso la situazione è diversa. Non è facile capire quanto seguito il M5S abbia. I grillini subiscono la fuoriuscita del deputato regionale saccense Matteo Mangiacavallo. A tenere la bandiera grillina è il senatore Rino Marinello. In questi anni, il Movimento 5 Stelle ha chiuso la sede, non si hanno notizie degli attivisti. Anche perché non hanno battuto un colpo in iniziative su temi della città.

Per quanto riguarda gli schieramenti principali del 2017, centrodestra e centrosinistra, ambedue abbastanza delineati, oggi subiscono maggiormente gli spostamenti dei consiglieri comunali, meglio dopo la vicenda dello scioglimento del civico consesso. L’analisi svolta ha solo lo scopo di una visione numerica che scorre negli ultimi cinque anni. Tuttavia, offre lo spunto di un dibattito (specie tra gli addetti ai lavori) per aprire meglio gli occhi.

Considerando il quadro politico del 2017 e i vari spostamenti dei consiglieri comunali, abbiamo sviluppato un percorso numerico.

CENTROSINISTRA. La sommatoria dei voti ottenuti dai consiglieri eletti era di 4.870

CENTRODESTRA.  La sommatoria dei voti ottenuti dai consiglieri eletti era di 2.795 (E’ escluso Calogero Bono in quanto eletto di “diritto” per il ballottaggio con la Valenti.

MIZZICA. Rimane invariata poiché Fabio Termine non è stato oggetto di “mobilità”. Bisogna capire se gli incontri col PD per fare coalizione vanno a buon fine oppure no. E se vanno a buon fine è difficile (non tanto) comprendere gli effetti. Di certo c’è la forte e continua critica, anche durissima, da parte di Fabio Termine nell’aula consiliare rivolta al sindaco Francesca valenti e al PD, essendo la città sostanzialmente governata da un monocolore PD.

M5S. L’unico a battere un colpo dopo lo scioglimento del Consiglio comunale è stato Alessandro Curreri. Silenzio assoluto da parte, invece, di Teresa Bilello.

Quel che rimane oggi nel CENTRODESTRA è una cifra di 1.983 (Cognata 473, Milioti 447, Maglienti 608, Caracappa 455) a fronte di 2.795 voti. Carmela Santangelo (464 voti) è con Onda e appoggia il candidato sindaco Ignazio Messina.

Pasquale Bentivegna (328 voti) approda in Insieme per Sciacca e appoggia Ignazio Messina. Salvatore Monte (484 voti) deve decidere cosa fare, ma di certo è in rottura con ciò che è rimasto del centrodestra e non intente né appoggiare Matteo Mangiacavallo, né stare a gomito con Forza Italia, rivista e corretta. Dai passaggi effettuati dai consiglieri del centrodestra, è evidente un flusso solo in uscita.

Nel campo del CENTROSINISTRA (senza più centro), che approda in aula inizialmente con 4.870 voti, cioè la sommatoria dei voti riportati dai consiglieri eletti, oggi la cifra si è ridotta a 2.967 (Di Prima 286, Montalbano 397, Bonomo 353, Simone Di Paola 323, Valeria Gulotta 202, Santo Ruffo 187, Elvira Frigerio 398, Leonte Fabio 439, Giuseppe Ambrogio 382. Dal centrosinistra sono usciti Cinzia Deliberto (indipendente), Paolo Mandracchia, Filippo Bellanca, Carmela Santangelo, Alberto Sabella.

I consiglieri, o ex consiglieri, da ambedue gli schieramenti che oggi appoggiano Ignazio Messina, sommano (nel 2017) 2.091 voti. Di questi, 1.763 provengono da quella che fu la maggioranza che sostenne Francesca Valenti.

Il centrodestra ha una emorragia di 812 voti, il centrosinistra di 1.903 voti. Sono numeri orientativi poiché, ovvio, c’è da capire chi si ricandida e chi no e da tener presente che 5 anni sono passati e che l’elettorato è stato attraversato da elementi imponenti che hanno inciso sull’aspetto socio-economico. E’ un quadro che è (dovrebbe essere) ben diverso rispetto al 2017. Un quadro che toglie certezze, ma che deve fare anche riflettere. Soprattutto chi ha il prosciutto davanti agli occhi e continua a tenerselo.

Filippo Cardinale