DAL 2012 AD OGGI I GRILLINI SACCENSI SONO CRESCIUTI SOLAMENTE DI 2.400 VOTI

Di Filippo Cardinale

Le cifre, al di là di ogni interpretazione di comodo, offrono indicazioni chiare. I grillini a Sciacca non riescono ad ottenere quei risultati che in altre realtà come le vicine Favara e Porto Empedocle, o come Alcamo o Bagheria, hanno messo a segno.

Il dato più eclatante è che mentre nelle città appena elencate i pentastellati hanno conquistato la guida con l’elezione di un proprio sindaco, a Sciacca tale obiettivo rimane una chimera. Eppure, si era in attesa dello tsunami grillino. Uno tsunami che si è rivelato un’ondicella che è stata superata anche dai ragazzi di Mizzica e Futuro Prossimo, oltre che dal centrodestra e centrosinistra.

Nel 2012 non avevano raggiunto il quorum del 5% per assicurarsi la presenza in Consiglio comunale. A distanza di cinque anni, i grillini entrano in Aula Falcone-Boresellino con due consiglieri, Teresa Bilello e Alessandro Curreri. Chi si accontenta gode, dice un proverbio.

Ma il vero obiettivo era un altro: la conquista della carica istituzionale più alta. Un obiettivo che avrebbe acceso una stella particolarmente più brillante sul firmamento stellare del M5S saccense. Prima perché avrebbero avuto il sindaco della città più popolosa dopo il Capoluogo di provincia. Secondo, perché la conquista della fascia tricolore istituzionale sarebbe avvenuta nella città dove i grillini hanno l’unico deputato regionale della provincia agrigentina.

Cinque anni dopo il 2012, cosa è successo? Il candidato sindaco Domenico Mistretta ha avuto 2.485 voti in più rispetto alla candidata sindaca Emma Giannì. La Giannì ottenne 2.040 voti, nonostante il comizio di Beppe Grillo in piazza Angelo Scandaliato, Domenico Mistretta ha riportato 4.525 voti.

La lista dei grillini nel 2012 ebbe 1.068 voti, nel 2017 3.491. La differenza è di 2.423. Questa è la cifra che risulta costante e che fa la differenza numerica tra il 2012 e il 2017. Se poi i grillini sono contenti di mangiare un uovo oggi, anziché avere una gallina domani, buon per loro. Capiranno che con due consiglieri all’opposizione il mondo non cambia. Non cambia perché l’accesso agli atti amministrativi avviene abbastanza agevolmente anche dall’esterno, attraverso un’associazione.

Al di là di ciò, una novità c’è. Anche i grillini si dividono. Lo fanno in campo nazionale (vedi Di Maio-Fico-Di Battista), vuoi che non lo facciano a Sciacca, città litigiosa per antonomasia?

Appare evidente, ormai, che so è creata una frattura ben più marcata. Lo si vede con le candidature alle prossime regionali. Matteo Mangiacavallo non sarà da solo, ma avrà (la certezza giungerà nei prossimi giorni) un concorrente insidioso, l’ingegnere Mario Di Giovanna. Il giovane Di Giovanna è stato vicinissimo a Mangiacavallo quando insieme erano nel direttivo de l’AltraSciacca, associazione guidata da Pietro Mistretta, padre del candidato sindaco Domenico Mistretta e quotidiano critico urbi et orbi su Facebook.

Le dichiarazioni di Mario Di Giovanna sul suo profilo FB sono state chiare, anche se diplomatiche. Il rapporto personale con Matteo Mangiacavallo non è messo in discussione, ma non condivido la gestione del territorio da parte del M5S in questi anni.

I grillini saccensi si sono dati delle regole. Le voci ufficiali del movimento sono quelle di Teresa Bilello e Alessandro Curreri. Forse, Matteo Mangiacavallo si esprimerà con gli sms.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *