DA MIGRANTE AL FILM CON FRASSICA. LA BELLA STORIA DI ISMAEL
Per un giornalista, scrivere una bella storia positiva è un’occasione preziosa in un contesto nel quale la realtà racconta fatti cruenti, violenti, negativi.
Per un giornalista è emozione pura raccogliere testimonianze che hanno origine nel terrore, nella disperazione, ma poi si sviluppano in modo tale da incidersi nell’altra faccia della medaglia della vita, quella positiva, quella dai risvolti che cambiamo in meglio la vita desiderata e prima negata.
Ismael Kadum, conosciuto dagli amici con cognome Oddo, è l’esempio della perfetta integrazione con la nostra gente, con il nostro territorio.
E’ costretto a fuggire dal Gana a 15 anni. La religione che professa è quella cristiana. Una fede dove è nato gli attira la persecuzione. Ismael rischia la vita, rischia di essere ucciso. Scappa, lasciando la mamma, i fratelli. Perde il padre quando aveva 5 anni.
Lascia dietro di sé il terrore, moltiplicato dalla sua giovanissima età. “Sono riuscito a scappare- racconta al Corriere di Sciacca-. Non è stato facile. Poi il lungo cammino per giungere in Libia, attraversando il Niger. In Libia, i militari volevano arrestarci. Sono riuscito a trovare rifugio in una casa vicino al deserto. Ho impiegato 3 mesi per raggiungere il barcone che mi consentisse di attraversare il mare e approdare a Lampedusa. La speranza di una vita migliore attenua il terrore in cui viviamo”.
Ismael approda a Lampedusa, è salvo dalla traversata con le carrette del mare, è salvo dalle persecuzioni per la sua fede cristiana.
Adesso inizia la sua nuova vita. La speranza di una vita migliore che passa attraverso il distacco dall’affetto materno, dei sui fratelli. A Sciacca è accolto dallo Sprar, l’organismo del Ministero dell’Interno che si occupa dei migranti minori non accompagnati. A Sciacca a gestirlo è la cooperativa Arcobaleno che, in materia, è un’eccellenza riconosciuta. Ismael inizia il suo percorso di formazione, di assistenza, di integrazione. Continua, poi, in una comunità a Montevago, fino a quando diventa maggiorenne. Conosce una ragazza, nasce una bellissima bambina, Sharon, che oggi ha 6 anni.
Ismael svolge il ruolo di mediatore culturale nell’ambito della cooperativa saccense Arcobaleno. Ma ha anche la passione per la danza e collabora con diverse palestre. Ismael adesso ha il suo progetto da realizzare, aprire una sua scuola di danza.
C’è ancora una data che segna la storia di Ismael e del suo esempio di integrazione. O scorso anno, ad agosto, riceve una telefonata da un’amica che lo avverte che a Gibellina fanno dei provini per un film di Nino Frassica. Isamel va, fa il provino. Qualche giorno dopo riceve la conferma positiva. Inizia a girare le scene a fianco di Frassica e di Francesca Inaudi. Nel film, Ismael recita il ruolo di Ron, un migrante che ha patito le pene dell’inferno e che riesce ad integrarsi. Il film si intitola Ninna Nanna, con la regia di Dario Germani ed Enzo Russo. E’ la storia di una donna incinta, che una volta partorito, è convinta di aver passato il peggio e di essere pronta a vivere la sua nuova veste di madre con gioia. Gioia, come il nome di sua figlia. Ma solo il nome. Perché nella vita serena ed equilibrata di Anita, fin dal primo momento della nascita, qualcosa s’incrina. Tanto che ai suoi occhi quella bambina diventa solo un minuto ed ingrato “mostro”.
Finiamo qui la trama del film poiché nella storia che abbiamo raccontato la sostanza è un’altra. La speranza di una vita migliore che per Ismael si è trasformata in realtà. Tra cinque mesi diventerà cittadino italiano, sono trascorsi 10 anni da quando è giunto qui da noi.
Filippo Cardinale
NEL VIDEO UNA SCENA DEL FILM CON ISMAEL E NINO FRASSICA