Cusumano: “Non ho condiviso l’inaudita aggressione a Di Paola da parte del sindaco”

SCIACCA. Se è vero che dopo la tempesta arriva la quiete, tale assioma è confermato dalle parole profuse ieri pomeriggio da Nuccio Cusumano nel corso del suo intervento ad un platea numerosa di dirigenti,consiglieri comunali e simpatizzanti di Italia Viva. Dopo le turbolenze dei giorni scorsi tra Fabrizio di Paola e Nuccio Cusumano su una questione ormai datata e che verteva sul periodo anteriore alla presentazione della mozione di sfiducia,  nello specifico se i due si erano incontrati o no (questione che, certamente, non rientra nella sfera dei massimi sistemi), ieri è arrivata la bonaccia.

Nello snodare il suo intervento, Nuccio Cusumano ha dedicato un passaggio a Fabrizio Di Paola. “Non ho condiviso l’aggressione a Fabrizio Di Paola da parte del sindaco Francesca Valenti. Non si era mai verificato in passato una simile aggressione,mai e da nessuna amministrazione che ha lasciato il passo alla successiva”. Cusumano si riferisce alla dichiarazione ufficiale dello stato del Comune di Sciacca che è “strutturalmente deficitario”. In una intervista, il sindaco Francesca Valenti aveva attribuito la colpa alla precedente amministrazione e quindi a Fabrizio Di Paola.

Cusumano, ieri, ha sottolineato davanti alla platea che “ogni amministrazione si trova ad affrontare debiti fuori bilancio che nascono da effetti imprevisti, quali cause perse di risarcimento danni causati da incidenti, sentenze per cause civili che si concludono anche con transazioni”. Insomma, per Cusumano ad “appesantire il bilancio non sono proprio cifre irrisorie come qualche piccolo debito con la Siae, ma riguardano eventi che non sono frutto di una superficiale amministrazione”. In buona sostanza, sono effetti imponderabili “che ricadono passivamente sulle amministrazioni”. Ecco perché “è inaudita l’aggressione a Fabrizio Di Paola”, e per Cusumano tale aggressione “è figlia di un approccio politico assai approssimativo e che genera tensioni in un momento storico in cui la città ha bisogno di altro”.

Ecco la bonaccia arrivata dopo la tempesta. Chissà se sarà la stura per riprendere un dialogo “in quell’area di centro, moderata e liberale” per dare il via al “Ripartiamo. Punto e a capo 2.0” per traguardare un progetto di svolta che vada oltre la stasi attuale.

Filippo Cardinale