CROLLO PONTE VERDURA: 3000 MILA FIRME PER DENUNCIARE L’ANAS

Oggi il “trigesimo”. Sono trascorsi 30 giorni e l’unica certezza e’ il disagio immane e il danno economico di un vasto territorio

Editoriale di Filippo Cardinale

È trascorso esattamente un mese dal crollo del ponte del Verdura. Siamo al “trigesimo”, come hanno detto i rappresentanti del Comitato No Ponte, No Voto. In una situazione di massima urgenza, e’ trascorso un mese, periodo nel quale il territorio e’ stato inondato di immensi disagi e costi elevatissimi per l’economia. 

Nel “trigesimo” l’unica certezza e’ l’esposto contro l’Anas firmato da 3000 cittadini. Un esposto pesante e fitto di argomenti che la Procura della Repubblica dovrà passare al vaglio. A altra certezza e’ l’indagine della Procura per accertare le cause del crollo e le eventuali responsabilità.

L’intero territorio attende chiarezza su una vicenda che ormai appare sempre più come la cronaca di un crollo annunciato. 

Altra certezza incontrovertibile e’ che in qualsiasi parte del mondo civile una emergenza, come quella vissuta con il crollo del ponticello del Verdura, sarebbe stata affrontata nel giro di una settimana. 

A distanza di un mese restano senza risposte diverse domande che sono sorte. Domande alle quali l’Anas ha posto un muro di gomma. Non ci convince ciò che tenta di far credere l’Anas. Qua nessuno e’ fesso. La realtà che ha colto la popolazione e’ quella di un’ostinazione da parte dell’Anas nei confronti della quale la popolazione e le istituzioni locali poco hanno potuto fare. 

Trenta giorni sono trascorsi. Un tempo immenso che cozza contro quei tempi “europei” che altrove sono una realtà’, mentre da noi,  nel profondo sud, sono la prova provata di una cultura arcaica, datata, medievale. 

L’intero territorio, sinteticamente rappresentato dalle tremila firme a corredo dell’esposto, attende giustizia. Dalla parte politica, da quella che si appella col titolo di onorevole, non è arrivata quella risposta che la gente attendeva. La deputazione parlamentare ha ancora una volta dimostrato limiti che denotano una superficialità evidente e atavica. 

A distanza di trenta giorni una cosa e’ evidente: la vergogna che ha caratterizzato il modo con cui non è stata affrontata l’emergenza. A distanza di un mese non è ancora stato proclamato lo stato di calamità e di emergenza. Roba da terzo mondo. 

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