CROLLO PONTE, I POLITICI FACCIANO MEA CULPA
Editoriale di Filippo Cardinale
La caduta del ponte Petrullà, sulla strada statale 624, oggi ha rappresentato uno specchio della precarietà nella nostra Isola. Sono arrivate in redazione diversi comunicati stampa da parte dei politici. Comunicati che non abbiamo pubblicato per un motivo: lor signori politici cosa fanno a Roma e a Palermo?
La nostra classe politica, regionale e nazionale, siede nei Parlamenti. La Sicilia soffre una arretratezza atavica, sia da punto di vista della viabilità, sia dal punto di vista delle infrastrutture, per non parlare della gravissima crisi occupazione, sociale ed economica.
In buona sostanza, sono passati decenni e decenni, ma la Sicilia rimane il fanalino di coda rispetto al Paese. Una classe politica che non è in grado di spendere in modo costruttivo i fondi europei. Una classe politica che non è mai stata capace di progettare la crescita della Sicilia.
E’ di tutta evidenza l’arrettratezza delle nostre infrastrutture. I politici agrigentini presentano interrogazioni, si indignano, ma loro dove sono, cosa fanno per la crescita della Sicilia? E della provincia agrigentina, abbonatasi al 109° posto delle classifiche. Siano sempre ultimi, al massino, penultimi.
Fioccano i comunicati stampa, oggi. Noi non li abvbiamo pubblicati. E’ la nostra una forma di protesta, se volete. Se l’Anas ha responsabilità, la classe politica è senza dubbio in concorso. In concorso perchè la Sicilia di passi in avanti non ne fa. Arretra inesorabilmente, mentre una classe politica litiga e litiga, si getta fango reciprocamente.