CRISI POLITICA, BUIO PESTO. NELLA COALIZIONE VALENTI SONO SEPARATI IN CASA

“Non siamo interessati alle poltrone, auguriamo buon lavoro e buona fortuna al sindaco Valenti”. Sembra sentire quel tono rassicurante di Matteo Renzi a Enrico Letta: “stai sereno, Enrico”. Poi, tutti sappiamo come finì. Renzi fece fuori Letta. Il “buon lavoro” di Ambrogio sembra essere meno ossequioso dello chauffeur della ricca signora che a bordo della Rolls Royce porgeva il Ferrero Rocher. Ambrogio sembra porgere, invece, l’amaro calice.

La crisi politica “del cambiamento”, del “nuovo passo”, “della nuova linfa”, somma giorni infruttuosi, oltrepassando abbondantemente l’ordine temporale della settimana. Nessun passo avanti, nessun ghiaccio che si scioglie. Valenti e Cusumano sono fermi nelle rispettive posizioni.

Il gruppo di Italia Viva insiste a mettere sul tavolo del gioco i nomi di Gianluca Guardino e Carmelo Brunetto. Non c’è Jolly. La giocata è secca, come a zecchinetta.  Il sindaco, da parte sua, difficilmente innesterà la retromarcia. Sarebbe contro il suo carattere, sarebbe smentire il “sindaco sono io e sono io a scegliere tempi e persone”.

Anche questo lunedì sta passando senza che i telefoni di chi fa parte della coalizione squillino. E’ come se fossero rimasti tutti senza credito telefonico. Nel frattempo, a farne le spese è la città la cui macchina amministrativa è ferma. La giunta municipale è composta solo da tre assessori anziché cinque. Il paradosso è che la cifra di cinque doveva essere innalzata a sette per dare spinta alla macchina amministrativa. Essa, invece, si è fermata all’ennesimo pit stop. Altre che cambio di gomme, sono i motori ad essere andati in tilt.

Filippo Cardinale