Crisi idrica: solo giorni abbondanti di pioggia possono cancellare lo stato di emergenza attuale

Il punto sui lavori del dissalatore temporaneo che a giugno verrà in soccorso degli agrigentini. Saranno disponibili ulteriori 100 litri di acqua al secondo ma il 50 per cento si perderà per strada

“Pioggia” e “dissalatore”: sono due sostantivi le parole di uso più frequente ormai da settimane, in provincia di Agrigento. Da tempo ci si è resi conto che non bastano le attività poste in essere dalla cabina di regia per l’emergenza idrica istituita a Palermo nell’aprile dello scorso anno ed i successivi stanziamenti della Protezione civile nazionale per superare le numerose criticità derivate dalla siccità. I circa 100 litri in più di acqua al secondo prelevati da tre dei nuovi pozzi fino ad oggi finanziati sono pochi rispetto alle richieste che arrivano soprattutto dai Comuni del versante orientale della provincia. Trattandosi in due casi di fonti idriche recuperate nell’area occidentale, in gran parte non si possono utilizzare per alcune aree geografiche. E potrebbero non bastare nemmeno altri 100 litri al secondo che si renderanno disponibilità entro un paio di mesi. E poi ci sono le perdite lungo le condotte, il 50 per cento di acqua si operde sulle strade. Ecco perchè, in occasione delle frequenti riunioni, ad invocare spesso un evento naturale, la pioggia, sono anche le stesse autorità alla guida degli organismi che devono programmare e trovare soluzioni con azioni concrete. Ci si affida al cielo insomma, a giorni abbondanti di pioggia per cancellare lo stato di emergenza attuale.

Ma si parla tanto anche di dissalatori: lo fa il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. E lo fanno altre strutture come la Protezione civile regionale. Tutti mostrano ottimismo e certezze di fronte alle tre opere che si realizzeranno a Gela, Trapani e Porto Empedocle, dove insistono i tre dissalatori dismessi da oltre dieci anni. Anche in occasione dell’ultimo vertice in Prefettura, è stato indicato il mese di giugno per la conclusione dei lavori e per la messa in esercizio dell’impianto di dissalazione di Porto Empedocle.

E’ bene però chiarire ancora una volta che non si sta operando dove sorge il dissalatore che riusciva a fornire 3 milioni di metri cubi di acqua l’anno e che venne chiuso oltre 10 anni fa per gli alti costi di gestione. Si tratta di un impianto temporaneo da 100 litri di acqua al secondo che si sta realizzando nell’area dell’impianto termoelettrico di Enel Green Power, con un investimento di oltre 12 milioni di euro. Si interviene in una parte del vecchio impianto, dove è stato possibile utilizzare sia l’opera di presa che lo scarico, già presenti. I lavori, con moduli containerizzati, vengono eseguiti da Sicilacque e il collegamento alla rete viene garantito entro il mese di giugno. Per la provincia di Agrigento un ulteriore piccolo aiuto potrebbe arrivare anche al dissalatore cosiddetto mobile che si sta realizzando a Gela: grazie alle condotte presenti, una parte dell’acqua dissalata può essere riversata nei centri di Aragona, Licata e Campobello di Licata. Tutto questo entro giugno. Ma si lavora anche alla seconda articolazione progettuale, ovvero il recupero dell’impianto fisso. Si tratta in realtà di un intervento ex novo di desalinizzazione con tecnologia a osmosi inversa, sempre nei pressi della zona di Porto Empedocle dove insisterà il desalinizzatore mobile, con una capacità da 2-300 litri al secondo, fino a 400. Ma bisognerà probabilmente attendere il 2026. Se poi nel frattempo dovesse piovere, saremmo tutti più sereni.