Crisi idrica: Di Mauro e Cocina fanno arrabbiare i sindaci
Il sindaco di Agrigento: “Ho trovato 34 nuovi siti tra pozzi e sorgenti. Spero che quando chiedono maggiore coinvolgimento dei sindaci non si riferiscano alla nostra provincia”
L’ennesimo richiamo ai sindaci fatto dall’assessore regionale dell’Energia Roberto Di Mauro dal capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina in occasione dell’incontro di mercoledi scorso a Palermo con i rappresentanti di comitati e associazioni delle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna (da chi governa i territori – hanno detto – ci aspettiamo un coinvolgimento maggiore), non poteva passare inosservato. Alcune associazioni, da tempo in conflitto aperto con l’azienda consortile di cui i Comuni sono soci, hanno utilizzato il rimbrotto di Di Mauro e di Cocina per sottolineare con forza l’inadeguatezza dell’azione dei sindaci nel raccordarsi con la Regione.
Tra i sindaci c’è chi ha tentato di “giustificare” il governo evidenziando che forse la “bacchettata” era diretta agli amministratori delle altre province e non a quella di Agrigento, che di lavoro sulla ricerca di nuove fonti ne avrebbero invece fatto tanto. Altri ancora si dicono perplessi e definiscono le parole dell’assessore agrigentino uno “scaricabarile” per nascondere le responsabilità della Regione Siciliana. “Incontrerò l’assessore Di Mauro per chiarire meglio questo nuovo rimprovero – commenta al nostro giornale il sindaco Franco Miccichè, memore dell’infuocato confronto con Cocina dello scorso 13 agosto – spero si riferiscano ad altre province. Noi abbiamo individuato ben 34 siti tra pozzi e sorgenti, peraltro già censiti alla Regione. Abbiamo trasferito tutta la documentazione all’Ati, che poi l’ha trasmessa ad Aica per valutare se si possono mettere in rete. Ora aspettiamo. Il nostro coinvolgimento c’è stato eccome”. Per il presidente dell’Ati Idrico di Agrigento, Giovanni Cirillo, le parole del rappresentante del governo regionale non possono riguardare i sindaci agrigentini: “Fino ad oggi abbiamo fatto tutto ciò che era possibile individuando decine e decine di pozzi e realizzando come Ati tanti progetti con le risorse a noi destinate, senza con questo risolvere il problema dell’emergenza che rimane ancora viva. Io penso che in attesa dei dissalatori – dice Cirillo – ci si dovrebbe concentrare sulla manutenzione delle reti idriche di tutti i Comuni della provincia. La Protezione civile deve piuttosto intervenire con azioni urgenti per evitare che si perda ancora il 50 per cento dell’acqua erogata. Se noi sindaci ci impegniamo a trovare nuove fonti e poi la metà dell’acqua si perde per strada – ha concluso Cirillo – saremo sempre alle prese con uno stato di perdurante emergenza”. Il sindaco di Grotte, Alfonso Provvidenza, alla guida dell’assemblea di Aica fino a pochi mesi fa, è duro nei confronti del governo regionale: “E’ grave ciò che afferma l’assessore Di Mauro nei nostri confronti – ci dice – le colpe della crisi idrica sono del governo regionale e sue, incapaci di programmare e di affrontare con ampio anticipo una situazione nota a tutti. E mi stupisce anche il profilo basso delle associazioni, così come il mutismo dei sindaci di Centrodestra, alla luce del fatto oggettivo che i vertici gestionali attuali di Aica e Ati fanno riferimento proprio all’assessore Di Mauro”.
Provvidenza richiama dunque anche le associazioni: i componenti della delegazione di comitati e associazioni che hanno incontrato Di Mauro e Cocina si erano presentati agguerriti definendo insufficienti le azioni del governo regionale in tema di emergenza idrica, poi hanno parlato di “un bel momento di democrazia e di grande attenzione che la politica regionale ha riservato alla protesta delle forze civiche”.