Crisi idrica, Codacons costituisce comitato e comincia ad inviare esposti

L’associazione chiede anche al governo regionale “come sia possibile che nel 2024 nell’isola ci siano continui disservizi e cittadini che non hanno acqua”

Crisi idrica, il Codacons costituisce un comitato, invia esposti e diffida i sindaci siciliani. Il comitato si chiama “Sicilia acqua per tutti”. L’iniziativa scaturisce dalle numerose proteste che arrivano ogni giorno agli sportelli siciliani dell’associazione di consumatori per i disservizi idrici, da Agrigento a Trapani, da Palermo a Messina. Il Codacons chiede anche al governo regionale “come sia possibile che nel 2024 nell’isola ci siano continui disservizi e cittadini che non hanno acqua”.

“L’acqua potabile – spiega la più importante associazione dei consumatori – scarseggia sempre più, sia per i cittadini costretti a subire il razionamento, che in alcuni comuni viene erogata addirittura ogni dieci giorni e più, con gravi implicazioni igienico sanitarie rese ancor più critiche dalla attuale calda stagione, sia e anche per gli agricoltori che non riescono a utilizzare soddisfacenti quantità idriche per irrigare i campi con gravissime ripercussioni sul comparto agro alimentare”.

“Gli agricoltori (il settore agrumicolo è quello che ha bisogno di più acqua) – continua il Codacons – hanno subito il deperimento e la perdita delle colture ortalizie e gravissimi danni agli agrumeti e ai fruttiferi del territorio con la conseguenza dei relativi ingenti danni alle economie familiari. Gli stessi si trovano a combattere per salvare i loro terreni e i loro campi, mentre sentono discutere di progetti faraonici. Alla lista dei soggetti in crisi e danneggiati – spiega Codacons – occorre anche aggiungere gli allevatori che a causa della siccità non hanno potuto beneficiare della produzione del foraggio locale atto ad alimentare il proprio bestiame e, consequenzialmente, costretti a richiedere aiuto alle altre regioni con aumento inevitabile dei costi e, danno ulteriore e non secondario, la scarsa erogazione di acqua comporta inevitabilmente la sete dei bestiami costretti ad attingere anche a riserve nocive e di dubbia natura per evitare la morte delle mandrie ma con ulteriore rischio di danni alla salute dei cittadini per il propagarsi di malattie legate alla problematica”.