CRISI AGRICOLTURA: CONTINUANO A CHIUDERE LE IMPRESE

Nell’ultimo anno in Sicilia a causa della crisi hanno chiuso i battenti circa 6 mila imprese agricole, il 25% di quelle che hanno seguito lo stesso destino a livello nazionale. Il dato è stato fornito dal parlamentare Ignazio Messina, responsabile agricoltura di Italia dei Valori, nel corso di un forum nella redazione dell’agenzia Italpress. Secondo l’Istat, negli ultimi dieci anni, in tutta la Penisola, un terzo delle aziende del comparto è scomparso. In Sicilia il saldo negativo è del 37,1% ossia 129.553 aziende in meno nel decennio. Nell’Isola le difficoltà economiche mordono più che altrove e non giovano, anzi, le recenti politiche europee che vanno in senso diametralmente opposto alle esigenze del comparto. Ultimo in ordine di tempo l’accordo con il Marocco che consentirà l’ingresso nel Paese di prodotti che faranno la concorrenza a quelli siciliani. «Accanto ad un’Europa che non si pone i problemi – afferma Messina – emerge l’incapacità non solo della Sicilia ma anche dell’Italia intera di far valere le proprie ragioni. Oggi il nostro Paese è considerato la Cenerentola dell’Europa, nonostante l’immagine che Monti sta tentando di dare all’estero. Nessuno in Europa – continua il parlamentare – prende in considerazione le istanze che vengono dall’Italia, figurarsi dal Sud . La questione Marocco qualcuno l’ha voluta far passare come un aiuto ad un Paese in difficoltà, da integrare. In realtà è un accordo che apre ad investimenti di varia natura in quel Paese, investimenti nei quali ovviamente noi non siamo coinvolti. Abbiamo allora chiesto che i prodotti che hanno accesso in Italia abbiano gli stessi controlli e forniscano le stesse garanzie rispetto a quelle chieste ai nostri. Le arance del Marocco siano di aziende che riconoscono tutte le tutele ai propri dipendenti e vengano coltivate con tecniche consentite in Italia, che non utilizzano additivi chimici vietati ai nostri». E a ribadire il ruolo e l’importanza dell’agricoltura per il nostro Paese ci pensa un dato per tutti: «Il 25% dei beni sottratti alla mafia – ricorda Messina citando dati evidenziati recentemente da magistrati e forze dell’ ordine – è costituito a livello nazionale da terreni agricoli, questa la dice lunga sul valore di questo comparto. Non mi spiego perché la grave crisi che sta vivendo passi quasi in sordina».

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