CRAPARO SCRIVE A LA ROCCA: “L’EX OSPEDALE DI VIA FIGULI PUO’ DIVENTARE LO “SPALLANZANI” DELLA SICILIA”

L’ex direttore amministrativo dell’ospedale di Sciacca, Lillo Craparo, scrive una lettera al presidente della Commissione Sanità all’Ars, onorevole Margherita La Rocca Ruvolo, suggerendo talune iniziative utili e importanti per l’ospedale di Sciacca. Lettera che pubblichiamo integralmente.

Gentile Presidente,

in presenza di una sorta di  “tsunami ” sanitario,che con  il “Corona virus” ,dopo la Cina,si è esteso in Europa,nel Nord Italia e pure in Sicilia,oltre che in altre Regioni e Continenti, va dato atto al Governo nazionale e a quello regionale,(quest’ultimo con il qualificato supporto della commissione legislativa salute dell’Ars, da Te presieduta)di essersi attivati per dare qualificata assistenza ai  cittadini, colpiti dal grave virus.
Il governo Conte, proprio ieri nel corso di una seduta straordinaria del Cdm, ha stanziato ingenti fondi per dotare le strutture ospedaliere italiane di nuovi posti letto per le terapie intensive,in uno ad un piano straordinario di assunzione di medici,preferibilmente anestesisti, infermieri e personale vario di supporto,dando ,altresi,mandato alla Consip(centrale statale di acquisto ) di provvedere agli approvvigionamenti di impianti di respirazione ed altre attrezzature elettromedicali ,che saranno utilizzate dalle Regioni presso le strutture ospedaliere territoriali.
Anche la giunta Musmeci,a parte l’infelice battuta rivolta ai cittadini del Nord di non venire in Sicilia,si è mobilitata, con l’assessore alla Salute Razza in prima fila,assieme all’inquilino di Palazzo d’Orleans e ai parlamentari regionali,sia della maggioranza che della opposizione.
Da piazza Ziino, sede dell’Assessorato regionale alla Salute, con il supporto della omonima commissione parlamentare dell’Ars, si è provveduto a fare una ricognizione dei posti letto attivi, programmati, da attivare nonché da istituire, in forza delle risorse nazionali, relativamente alla terapia intensiva e subintensiva,
alle malattie infettive e alla pneumologia.
Purtroppo ,relativamente ai p.o ,compresi nell’asp di Agrigento, tra i quali il San Giovanni di Dio di Ag e il Giovanni Paolo secondo di Sciacca,classificati Dea di primo livello,in base a dati forniti da Piazza Ziino e pubblicati dai media, non si dispone di nessun posto letto per le malattie infettive, mentre ,per la terapia intensiva,a fronte di 24 pl programmati ,risultano attivati 16 pl ,con 8 da attivare.
Nessuna notizia è stata fornita per la pneumologia, anche se,pur essendo trascorsi più di 20 anni da quando ho lasciato la Sicilia,nell’ambito della  uoc di medicina in seno al p.o di Sciacca,ci si avvaleva di due unità sanitarie,specializzate in tale branca,operanti di fatto,come uos,raccordate con le pneumalogie, operanti a Palermo presso l’a.o Cervello .
Da tale ricognizione emerge chiaramente che occorre attivare immediatamente i 10 pl di terapia intensiva,in attesa dei  nuovi posti da istituire con i fondi di cui al decreto del CDM di venerdì 6 /3 e a seguire l ‘istituzione di almeno una UOC di malattie infettive e, ove inesistente,di altra UOC di Pneumologia, adottando criteri equi fra  gli ospedali di Agrigento e Sciacca,entrambi classificati nel piano regionale di rete ospedaliera Dea di primo livello .
Poi c’è  altro problema ,altrettanto importante,che riguarda le strutture dismesse,da recuperare e dove allocare uno Spallanzani della Sicilia.
Catania ha avanzato delle proposte ,ma Palermo Assessorato e Agrigento Asp ,possono tranquillamente candidare il  vecchio ospedale di Sciacca di Via Figuli,chiuso da tempo,incomprensibilmente abbandonato e in grado ,attraverso un piano straordinario di interventi di adeguamento edilizio e impiantistico,che non riguarda per fortuna  l’ala posteriore realizzata fine anni 80 e inizio anni 90, per allocarvi l’urologia  e la nefrologia/dialisi. 
La Regione ,s e si lavora su tale obiettivo, può recuperare una struttura edilizia, come quella degli ex ospedali civili riuniti di Sciacca e realizzarvi  lo Spallanzani dell’Isola, ripetendo l’iniziativa della istituzione della Banca del cordone ombelicale, portata avanti dal compianto Lillo  Ciaccio,al quale non si è riusciti a dedicare ,all’interno del Giovanni Paolo secondo, una targa o una significativa testimonianza della Sua qualificata attività. 
Resto in Sicilia per altri giorni ancora e sono disponibile a dare il mio modesto apporto a favore della sanità Agrigentina, di Sciacca e del comprensorio in particolare.
Grazie mille per l’attenzione che dedicherai a questa mia frettolosa riflessione 
 Cordiali saluti 
Lillo Craparo