Craparo: “Mangiacavallo tenga la schiena dritta. Il M5S si interroghi sul dissenso interno”.

“E cosi ,anche all’Assemblea Regionale siciliana (Ars),un gruppetto di deputati, eletti nelle liste dei Cinque Stelle, per solidarietà ad un collega, attenzionato dai probiviri per non avere versato una parte dell’indennità al movimento, ancorché impossibilitato per motivate esigenze familiari, ha deciso di lasciare il movimento fondato da Grillo e ,dopo un transito veloce nel gruppo misto,di dare vita ad un nuovo soggetto”. Inizia così una riflessione dell’ex sindaco Lillo Craparo, attento osservatore delle cose della politica, sulla formazione del nuovo gruppo parlamentare all’Ars da parte di 5 ex grillini, tra cui il parlamentare saccense Matteo Mangiacavallo. Una riflessione che Lillo Craparo affida al suo profilo Facebook.
Per l’ex sindaco, “quando ci si trova di fronte ad una rottura, é evidente che bisogna ascoltare e leggere con serenità le ragioni delle parti in causa. I dissidenti hanno reso noto di avere lasciato, non soltanto per solidarietà al collega, ma sopratutto per totale incomunicabilità con il vertice del gruppo”.
Craparo definisce Matteo Mangiacavallo “persona sobria e mite, cresciuto in una famiglia di cattolici autentici e genuini, non è un rampante né un saltafossi,come vengono definiti coloro che cambiano squadra e casacca”.
Secondo Lillo Craparo, “in un partito o in un movimento che si rispetti, l’ espulsione o le dimissioni di alcuni parlamentari, avrebbe dovuto dare il via ad un dibattito serio ed approfondito sulle cause del malessere e del dissenso, che ormai è diffuso e ha investito i 5 stelle nella loro rappresentanza a livello comunale, regionale,nazionale ed europeo”.
“Il Movimento è rimasto fermo ai riti della Piattaforma Rousseau, non tenendo conto che Roberto Casaleggio, l’ideatore e gestore della stessa, non c’è più e che il figlio Davide è cosa diversa dal padre,in aggiunta alla presa di distanza di Beppe Grillo dal movimento, in coincidenza dello ingresso nelle “stanze dei bottoni”dei suoi rappresentanti”.
Craparo non nasconde che “il malessere che esiste all’interno dei 5 stelle, lo si é percepito subito e la insoddisfazione del vasto popolo, che li ha votati è immensa e in crescita. É sufficiente sentire alcuni elettori di Roma, Torino, Livorno, Parma, Favara, Porto Empedocle,ecc.ecc. per rendersi conto che un conto è dare vita ad un movimento di protesta e cosa diversa è governare,dare risposte alle popolazioni,in una fase di grave crisi che il Paese attraversa, acuita dal coronavirus e da altre difficoltà congiunturali”.
Per Craparo, “c’è anche il drammatico problema della mancanza di una burocrazia che sia capace di un approccio diverso di fronte a scenari, che sono profondamente cambiati e richiedono conoscenze specifiche della legislazione europea e a quanto alla stessa collegato”.  Del resto, “in questi giorni a Torino, a Roma e in altre città ci si trova di fronte a licenziamenti preannunciati, seppur vietati dalle leggi pro-Covid, senza che vengano fuori da parte di chi governa analisi serie,sapendo ab initio che le soluzioni strutturali sono difficili”.
Craparo, nella sua considerazione, dipinge “lo scenario in cui gli ex pentastellati all’Ars si muoveranno, sapendo in anticipo di non potere più parlare con quel popolo di protesta che si è sciolto, come neve al sole , concentrandosi sui problemi presenti nel territorio (numerosi,molteplici e complessi) per cercare delle soluzioni agli stessi”.
“Basta andare in giro e di “assist” ne riceveranno tanti per poterli esaminare e impegnarsi per trovare delle soluzioni. Ecco, perché, pur essendo personalmente contrario ai cambi di casacca (nella Dc suscitava scandalo il passaggio da una corrente all’altra) formulo a Matteo Mangiacavallo gli auguri di buon lavoro, raccomandando allo stesso, e ai suoi colleghi dissidenti,di tenere la schiena dritta, mettendo in conto che lo scenario che li ha eletti non esiste più e che oggi più che mai occorre restituire rappresentatività  a un territorio/a dei territori, che non hanno più punti di riferimento per la popolazione”.