Covid, Zappia: “Girarsi indietro per non commettere gli stessi errori”. Lo stato epidemiologico e la situazione negli ospedali

PROVINCIA DI AGRIGENTO. DI FILIPPO CARDINALE

Nel corso della settimana 26 novembre- 4 dicembre, il commissario straordinario dell’Asp di Agrigento, Mario Zappia (che si sta dimostrando un vulcano di dinamicità che erutta capacità del fare e di presenza sul territorio) ha focalizzato in modo particolare gli sforzi dell’Asp su due direttrici. La prima è quella di aver accelerato, rafforzando con maggiore personale, il Dipartimento di Prevenzione. Il risultato è stato quello di uno smaltimento di comunicazione degli esiti dei tamponi molecolari processati. Questa accelerazione ha consentito di porre termine ad un “incubo” poiché diverse decine di persone erano rimaste in isolamento domestico, pur negativizzate, in attesa della notifica della guarigione da parte dell’Asp. Basta guardare al numero dei “guariti” riportati nel report dell’Asp del 3 dicembre (ieri): la cifra è di 127. Zappia ha raccolto le diverse segnalazioni, tra cui le nostre con appositi articoli, pervenute di cittadini che da settimane erano in attesa dell’esito del tampone.

PIU’ TAMPONI IN PROVINCIA E CAMPAGNE DI SCREENING.  Ci piace sottolineare che, pur con la motivazione di un personale ridotto (Zappia lo ha rafforzato), il numero dei tamponi è cresciuto di parecchio. L’aumento dei tamponi è mirato a tracciare il territorio alla “ricerca” di soggetti positivi. Un’attività che consente di creare un ostacolo alla circolazione del virus. Zappia ha intensificato il numero dei tamponi, 3.500, anche attraverso una massiccia attività di screening tra la popolazione scolastica. “Nella popolazione scolastica la percentuale di positivi è stata minima, questo dimostra e questo dimostra che le scuole e le famiglie hanno lavorato bene”.

Il grafico che segue offre la visione della curva dei casi positivi. Essa cresce e coincide col periodo clou ottobre-novembre. La motivazione della crescita è nota a tutti ed è costante per tutta Italia. L’allentamento delle misure anticovid con un comportamento che ha lasciato intendere il “liberi tutti” ha provocato la seconda ondata. Ed è per tale motivo che Mario Zappia raccomanda la massima attenzione nei contatti, rimarcando di evitare visite a persone che sono più “deboli”, quali quelle obese, quelle che hanno già una patologia che nulla ha a che fare col covid ma che sono fortemente fertili al contagio e nei confronti delle quali il covid trasforma l’infezione in malattia, ossia è capace di creare importanti difficoltà aggravando il quadro clinico.

Il secondo aspetto su cui Zappia ha concentrato lo sforzo è la questione della raccolta dei rifiuti dalle abitazioni in cui i soggetti infettati si trovano in isolamento. I rifiuti, che non devono essere differenziati ma riposti in un unico contenitore, sono considerati speciali. Motivo per cui devono essere raccolti e smaltiti da ditte specializzate. Si sono accumulati ritardi notevoli che hanno costretto diverse famiglie a convivere anche per 25 giorni con i rifiuti a casa. Adesso, i Comuni possono provvedere all’individuazione delle ditte specializzate. I costi sono a carico dell’Asp.

SITUAZIONE NEGLI OSPEDALI. IL PUNTO SULLE DEGENZE. Nel corso dell’appuntamento settimanale, istituzionalizzato con un video dito ogni venerdì, Zappia tiene in primo piano le degenze. “Non mi preoccupa il crescente numero dei positivi, diffuso anche sul territorio nazionale, ma principalmente che l’infezione non diventi una malattia”. Ed è questo il nocciolo della questione epidemiologica. Come regge il nostro sistema ospedaliero, quante persone da infetti diventano malati, e addirittura hanno necessità della terapia intensiva, invasiva.

Zappia fa il punto della situazione settimanale, dal 26 novembre al 4 dicembre. Una situazione che riassume nella seguente tabella. Attualmente, al 4 dicembre, le persone positive sono 1.447. Di questi, 69 sono ricoverati in strutture ospedaliere, 1.378 sono in trattamento domiciliare.

La situazione negli ospedali:

SCIACCA: Nessun soggetto è ricoverato in Rianimazione. All’inizio della settimana erano due, oggi zero. In Medicina sono ricoverati 10 soggetti. Il dato nel corso della settimana non ha subito variazione. Sono assistiti in Hotel Covid 10 soggetti,  7 in meno rispetto all’inizio della settimana quando la cifra era di 17.

AGRIGENTO: In Rianimazione sono ricoverate 8 persone, all’inizio della settimana erano 5. Dunque 3 soggetti in più. In Medicina, il dato rimane costante con 46 ricoveri.

CANICATTI’ E LICATA: nessun ricoverato.

Dunque, in questo momento non c’è “un’emergenza posti letto” nei reparti dedicati all’aggravarsi dell’infezione con malattia che abbisogna di terapia invasiva.

“La raccomandazione- rimarca Zappia- è di non cadere nell’errore compiuto nel recente passato con l’allentamento delle misure anticontagio. E’ indispensabile il distanziamento fisico, l’uso della mascherina e l’igiene costante delle mani”. Insomma, le tre misure, semplici, e più saggezza, sono elementi indispensabili, gli unici scudi, che abbiamo per fronteggiare il contagio.

Nel corso della settimana, tuttavia, si sono verificati 14 decessi. Dagli ospedali sono stati dimessi 7 persone.

Il grafico che segue evidenzia l’andamento della curva epidemiologia da luglio a novembre. E’ facile comprendere come sia arrivata la seconda ondata dopo l’estate. C’è poco da spiegare se non rivedere gli errori. Una rivisitazione che serve a non replicarli. Ed è per questo che Zappia raccomanda: “Girarsi indietro per non commettere gli stessi errori”.