Covid nella nostra provincia da marzo a dicembre: 3621 casi, 112 decessi. Le città più colpite

PROVINCIA DI AGRIGENTO. Annus horribilis il 2020 a causa della pandemia da Covid. Da marzo a dicembre nella nostra provincia si sono registrati complessivamente 3.621 casi. Di questi, 3.008 (83,07%) sono guariti. I decessi, purtroppo, sono stati 112 (3,09%). Attualmente sono positive 501 persone.

La prima ondata è stata meno devastante. Con la seconda, invece, il Covid ha interessato tutti i Comuni agrigentini, al contrario della prima nella quale sono stati interessati circa la metà. L’Asp di Agrigento è riuscita ad arginare la saturazione degli ospedali, pur con mille difficoltà riscontrate sull’intero territorio nazionale a causa di una politica sanitaria che ha fatto prevalere i tagli dei fondi, degli investimenti, il potenziamento delle strutture ospedaliere, la sanità territoriale. L’Asp di Agrigento ha eseguito 41.26 tamponi, ma anche a realizzare gli hotel covid. Nella seconda ondata si sono verificati focolai importanti, basta ricordare Sambuca di Sicilia, Canicattì, Campobello di Licata, Licata, Palma di Montechiaro. Sambuca di Sicilia è stata dichiarata, con decreto del Presidente della Regione, zona rossa per 15 giorni.

Il grafico riporta il totale dei casi positivi al Covid da marzo a dicembre 2020. Dati tratti dai report (perfetti nella loro elaborazione e lettura) dell’Asp di Agrigento. I dati sono significativi e lo sono ancora di più perché essi sono lievitati a dismisura nella seconda ondata. Un comportamento che ha indotto, ingiustificatamente, ad allentare la guardia dal virus che seguitava a circolare in modo subdolo ed efficace. Dopo l’estate è montata la seconda ondata che è sembrata più uno tsunami.

I decessi sono stati 112. Come si nota nel grafico, la città più colpita è stata Sambuca di Sicilia con 18. A seguire Sciacca con 11, Campobello di Licata con 8.

Qui di seguito la situazione al 30 dicembre. I dati sono complessivi cioè da marzo a dicembre. La colonna “In trattamento” riporta i soggetti attualmente positivi.

L’attenzione, adesso, è rivolta al dopo il periodo festivo. Il virus circola ancora e non bisogna allentare la guardia. I vaccini  sono, sono testati. Rappresentano l’arma vincente. Ma è vincente se la popolazione italiana comprende che vaccinarsi ha un significato di vittoria se almeno il 75% della gente lo inocula. Allo scoppio della pandemia si invocava il vaccino. Adesso c’è. E’ assurdo cadere nella tentazione dei no vax, dei terrapiattisti, e di quanti negano anche ciò che esiste.

Un ringraziamento è rivolto a tutto il personale sanitario, in modo particolare a quello che ha dato tutto l’impegno nelle strutture ospedaliere. Si è affrontato un nemico terribile del quale non si conoscevano scientificamente le armi con cui colpiva e gli effetti delle stesse. Il mondo scientifico e medico, con impegno straordinario e con il costo di centinaia di morti tra medici e infermieri, è riuscito a combattere il virus.

Filippo Cardinale