Covid, accordo fatto: i medici di famiglia faranno i tamponi. Ecco in quali casi

SICILIA. L’accordo è stato concluso. I medici di famiglia affiancheranno Usca e ospedali nella lotta al Covid. I medici di base eseguiranno i tamponi ai soggetti più a rischio e a chi attende il controllo finale per uscire dalla quarantena collaborando anche all’assistenza domiciliare.

L’intesa è stata raggiunta con l’assessore alla Sanità Ruggero Razza su sollecitazione del presidente della Regione, Nello Musumeci. L’accordo prevede anche delle clausole che neutralizzeranno le defezioni nella categoria.

L’accordo è stato firmato dalla maggioranza dei sindacati: Fimmg, Intesa Sindacale e associazione dei pediatri di libera scelta (Fimp, CIPe-SISPe-SINSPe e Simpef). E questo rende il patto
obbligatorio per tutti i medici, anche quelli aderenti a Smi e Snami che si sono rifiutati di apporre la firma.

I medici che hanno o hanno avuto alcune patologie (diabete, tumori, malattie autoimmuni) e che hanno almeno 60/65 anni verranno esentati dall’obbligo di effettuare i tamponi. Dovranno però certificare alla Asp la propria condizione e ciò non li esimerà dal collaborare ugualmente all’operazione di screening: dovranno raccogliere le prenotazioni e girarle a un altro medico che la Asp avrà individuato preventivamente. Anche le dottoresse incinte avranno questa facoltà.

Adesso si attende la dotazione da fornire a ogni medico di base: mascherine, guanti, tute, visiere e ovviamente i tamponi (per lo più quelli rapidi). La Regione si è impegnata a dare tutto ai medici entro la prossima settimana. Poi scatterà il piano.

Il Piano precede 3 categorie di soggetti che verranno controllati dai medici di famiglia evitando le lunghe procedure attuali nei pronto soccorso o nei drive in e alleggerendo così le Usca (i pool incaricati delle visite domiciliari).

La prima categoria è quella dei contatti stretti di un positivo. Potranno ricorrere al medico di famiglia anche i soggetti che sono certi di essere stati almeno un quarto d’ora nello stesso posto di un positivo.

Chi attende l’ultimo tampone. Le Asp forniranno a ogni medico un elenco di soggetti che le Usca hanno già in carico ma non riescono a controllare in tempi rapidi: si tratta per lo
più di chi è in quarantena senza più sintomi e attende l’ultimo tampone per poter tornare alla vita normale. In tutti questi casi sarà il medico stesso a consegnare il certificato che permette di negatività.

In caso di positività, segnalerà il nominativo alla Asp e poi collaborerà all’assistenza domiciliare.

Chi rientra in questi tre casi, può contattare il proprio medico che non può rifiutarsi di fare i controlli o registrare la prenotazione e girarla ad altri colleghi.

Il tampone può essere fatto nello studio del medico (se la struttura logistica mette al riparo da rischi) o in aree che le Asp stanno individuando: ce ne sarà almeno una per ogni distretto sanitario.
Nell’accordo è previsto che a ogni medico vadano 18 euro lordi a tampone (per un massimo di 50 fino a fine anno). In più ogni medico riceverà dei macchinari per potenziare il proprio studio (ecografi, elettrocardiografi, saturimetri, spirometri, palmari per la telemedicina) che la Regione metterà a disposizione grazie a un finanziamento di 20 milioni.

A Sciacca, i medici di base sono in interlocuzione con l’Asp. Hanno proposto di fruire di un apposito locale messo a disposizione dall’Asp dove effettuare i tamponi. I medici di base saccensi si organizzeranno in turni in modo tale da garantire sempre un apresenza.