Niente verde pubblico, niente spazi per lo sport. Povera quella città che non offre nulla alla gente. Si pratica lo sport per strada, tra cacche di cani e smog

Editoriale di Filippo Cardinale

E’ davvero misera quella città che non offre quel livello minimo di qualità della vita. E allora i cittadini sono costretti a praticare sport per le strade, dribblando tra cacche di cani, respirando smog, e rischiando di finire investiti dalle auto. Se questa è una città “turistica”, allora è meglio che ci dedichiamo ad altro.

Ma al di là del turista, qui la vicenda riguarda noi cittadini, noi residenti. La città non offre nulla, o davvero pochissimo, per il tempo libero.

E’ una città che, per colpa di una classe politica miope, è stata progettata per l’abuso e lo scempio edilizio. In questo alveo, è stato trascurato ogni spazio verde, ogni spazio dedicato alla socializzazione, al tempo libero. Per fare jogging bisogna andare sulla strada privata della Sitas, oppure in via Allende. Correre tra cacche di cani, tra smog, nel pericolo di essere investiti dalle auto.

Non abbiamo nulla di oltre. Nessun spazio dove fare vita sana, passeggiare, correre, portare a spasso in sicurezza e in un ambiente sano i bambini. Addirittura, si arriva al punto di effettuare sopralluoghi per immaginare di chiudere una corsia di via Allende per dedicarla allo sport podistico.

E’ questo che merita una città come Sciacca? E’ qui che si ferma il limite di una classe politica? L’idea di dimezzare il senso di marcia della Via Allende ci sembra davvero goliardica. Frutto di chi non ha idee lungimiranti e prende al balzo ogni sospiro debole come un venticello di primavera.

Perché la gente saccense non merita un parco? Uno spazio ampio nel quale dedicare il tempo libero? Un grande spazio verde, corredato di panchine, di servizi, di piste ciclabili, di corsie per lo sport? Perché il saccense merita solo la strada? Non c’è un’idea capace di offrire la possibilità di alzare la qualità della vita di noi saccensi?

Si vantano “parchi progetti” che per la maggior parte trascurano il nocciolo della questione. Vengono partoriti progetti che non tengono conto di esigenze elementari, naturali. E’ la città delle rinunce allo spor. Né piscina, né palazzetto dello sport. Né parchi. Solo strada, cemento e asfalto. E così, la via Allende diventa meta di attenzione di una proposta che ufficializza lo stato di precarietà del modo di praticare lo sport nella nostra Sciacca.

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