COSA NOSTRA: IL SAMBUCESE LEO SUTERA SAREBBE IL NUOVO CAPO DELLA MAFIA AGRIGENTINA
Il “professore”, fedelissimo di Matteo Messina Denaro, aveva scontato una condanna a sei anni di carcere. In fase di riorganizzazione la mafia agrigentina. Tensione nella Procura antimafia di Palermo
La cattura del sambucese Leo Sutera, 62 anni, boss di Sambuca di Sicilia, insieme ad altri 48 esponenti della mafia finiti nella rete della Polizia , ha inferto un duro colpo alla fase riorganizzativa di Cosa Nostra agrigentina. Leo Sutera, detto il “professore” è, secondo il procuratore aggiunto Vittorio Teresi, “un personaggio di grande interesse nel mondo di cosa nostra.
Basta pensare che, quando l’ex capo provinciale Giuseppe Falsone e il boss trapanese Matteo Messina Denaro ebbero controversie da dirimere, come si evince dai pizzini, il boss Bernardo Provenzano affidò la questione alla mediazione di Sutera”. Le indagini degli investigatori portano alla luce una ventina di estorsioni perpetrate nei confronti di imprenditori. Ma solo quattro hanno accettato di collaborare con la giusitizia e rivelare la catena criminale.
Secondo la Procura antimafia di Palermo, sono diverse le imprese in cui Cosa Nostra si sarebbe infiltrata. La A&G costruzioni, la Calcestruzzi srl, la Mauro Brucculeri snc. Per esse è stato chiesto il sequestro. Ma a fronte di un importate risultato raggiunto dalla Polizia di Stato agrigentina, c’è da registrare l’ennesima turbolenza all’interno della Procura antimafia di Palermo.
Il blitz della Polizia è stato preceduto da una forte tensione tra i magistrati antimafia. Teresa Principato, il magistrato che coordina le ricerche dell’ultimo superlatitante, Matteo Messina Denaro, voleva ritardare il blitz perchè convinta che Leo Sutera avrebbe portato presto direttamente alla cattura del boss trapanese. Sutera era pedinato dai carabinieri, e gli investigatori sono convinti che attraverso Sutera si sarebbe potuto scovare Matteo Messina Denaro.
Per i pm del pool Messina Denaro, Leo Sutera rappresenta un anello importante nella catena di comunicazione del superlatitante. Inoltre, Sutera rapprsenta un libro aperto per capire la nuova organizzazione mafisoa agrigentina. Il magistrato Teresa Principato non nasconde amarezza per quanto accduto: “Si doveva decidere se stoppare un’indagine su Messina Denaro che proseguiva da circa due anni o procedere ad un fermo per mafia ed estorsione ad Agrigento”.
Per il pool dei magistrati che si occupano di Agrigento, invece, Sutera andava arrestato subito Sulla questione è dovuto intervenire il Procuratore capo Francesco Messineo.