COSA DONERANNO DOLCE & GABBANA ALLA CITTA’ DI SCIACCA ?

I “regali” di Dolce & Gabbana a Palma di Montechiaro e Agrigento hanno acceso l’attenzione dei saccensi. 

Quale dono i due stilisti faranno alla nostra città dopo la sfilata di questa sera ? Con questo interrogativo la cittadinanza sta seguendo (da lontano naturalmente) l’evento di questa sera che coinvolgerà le piazze Duomo e Purgatorio, la via Roma, il palazzo dei Gesuiti sede del Municipio e la piazza Angelo Scandaliato.

Chi vorrebbe in dono tutti i tappeti usati per abbellire i luoghi del centro storico (c’è però il problema di dove custodirli e come gestirne la cura), chi desidera la sistemazione definitiva dell’atrio inferiore del palazzo per riaprire tale spazio agli spettacoli dell’estate saccense, chi per scherzo ci dice che vorrebbe in dono le tante transenne portate dalla ditta che ha lavorato in questi giorni. E chi desidera che vengano lasciate alla città palme e fiori usati per la manifestazione. 

Ma c’è anche chi si accontenta di poco, come l’associazione sportiva Discobolo, che ha chiesto ai due stilisti di lasciare in città la rappresentazione in polistirolo dell’opera di Mirone che rappresenta un atleta nell’atto di scagliare il disco. E poi chi gradirebbe, com’è successo a Palma di Montechiaro, un contributo in denaro per restaurare qualche immobile del centro storico che i politici degli ultimi 60 anni non sono riusciti a fare, vedi il complesso monumentale San Domenico, esempio di degrado e di incapacità delle pubbliche amministrazioni.

E c’è chi, infine, spera che tra tanto sfarzo Domenico Dolce e Stefano Gabbana si occupino anche dei più bisognosi. Sappiamo che il duo di stilisti si occupa anche di solidarietà in tutto il mondo e che negli anni ha contribuito molto ad iniziative benefiche. Non sarebbe una brutta idea che la loro donazione alla città di Sciacca potesse consistere in una iniziativa benefica in favore di associazioni o enti locali che si occupano ogni giorno con tanti sacrifici di aiutare le famiglie in stato di disagio. 

Giuseppe Recca