CORONAVIRUS: L’ING. NERI SPIEGA COME LEGGERE I DATI DELLA PROTEZIONE CIVILE. IN SICILIA IL PICCO PREVISTO TRA L’8 E IL 9 APRILE
NOSTRA INTERVISTA
L’ingegnere Bruno Neri, di Sciacca, docente di Elettronica presso Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, ci spiega come leggere i dati pubblicati dalla Protezione Civile. Tra l’altro, l’ingegnere Neri è impegnato in un complesso studio che riguarda gli effetti della meditazione tibetana sulle attività cerebrali con la partecipazione di meditatori in ritiro da diversi anni all’interno dei monasteri tibetani in India.
Dati complessi ma che generano, spesso, confusione, e anche una interpretazione non corretta. L’ingegnere Neri sostiene che “in questi giorni di grande sgomento e trepidazione, disporre di una fonte di informazione affidabile e puntuale come quella messa a disposizione dalla Protezione Civile è essenziale, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per tutti i cittadini che hanno il diritto di accedere direttamente ad una informazione completa e corretta”.
L’ingegnere Neri evidenzia che “da alcuni giorni la maggior parte dei notiziari sta fornendo informazioni inesatte in relazione al numero di nuovi contagi”.
In che senso, ingegnere?
“L’equivoco deriva da una errata interpretazione del grafico “Incremento giornaliero degli attualmente positivi”, presente sulla pagina web della Protezione civile dedicata al Covid19. Tale incremento è stato ripetutamente confuso dai principali organi di informazione con quello dei nuovi contagi. A causa di questo equivoco ad esempio il TG1 di ieri mattina (30 marzo) ha comunicato che i nuovi contagi del giorno precedente erano stati 3815, mentre erano stati, in realtà, 5167 e stamattina (31 marzo); un altro TG ha comunicato 1648 nuovi contagi, quando invece sono stati 4050″
Dove sta l’errore?
“L’errore deriva dal fatto che la variazione del numero di persone attualmente positive deriva non solo dai nuovi contagi, ma anche dal numero dei guariti e dei deceduti: bisogna sottrarre questi ultimi due numeri da quello dei nuovi contagi per ottenere l’incremento dei positivi. Scambiare quest’ultimo per il primo è fuorviante e porta ad una sottostima della velocità di diffusione del contagio. Prendere l’incremento dei positivi del giorno ed utilizzarlo da solo per valutare se è una giornata buona o cattiva è sbagliato perché tale numero potrebbe essere più basso del solito a causa di tanti morti piuttosto che di pochi contagi!”
Un esempio?
“Per verificare la differenza tra i due numeri (aumento dei positivi e nuovi contagi), giorno per giorno, è utile osservare il seguente grafico aggiornato al 28 marzo.
Fig. 1 Aumento quotidiano dei positivi e nuovi contagi a confronto
Come ovvio l’aumento quotidiano dei positivi è minore del numero di nuovi contagi: i due numeri, prima che diventassero significativi i decessi e le guarigioni, erano molto simili, ma adesso risultano significativamente diversi e sono destinati a diventarlo ancora di più in futuro.
Un altro elemento che può risultare fuorviante è rappresentato dal numero di tamponi effettuato ogni giorno: dal momento che esso è soggetto a forti variabilità, c’è da ipotizzare che da esso dipenda il numero dei positivi. Si può verificare, in effetti, che c’è una stretta correlazione tra queste due grandezze. Per questo motivo conviene esaminare un dato che non risente di questo effetto e che non è direttamente riscontrabile sulla pagina web della Protezione Civile, ma può essere ricavato dal data base da questa messo a disposizione. Un ottimo indicatore può essere il numero di ricoverati anche perché è il parametro di maggiore interesse per valutare la pressione a cui sono soggette le strutture sanitarie e, in particolare, le terapie intensive. Nel grafico in Fig. 2 sono riportati il numero di attualmente positivi e il numero di ricoverati.
Fig.2 Andamento del numero di positivi e di quello dei ricoverati per Covid19
Si può chiaramente osservare come il numero di positivi ha continuato a crescere sena dare segni di rallentamento fino a due giorni fa, a causa del crescente numero di tamponi eseguito nei giorni scorsi, mentre l’aumento del numero di ricoverati sembra aver perso la sua spinta propulsiva ed eere molto vicino al suo massimo”.
Cosa possiamo attenderci nei prossimi giorni?
“Non sono un epidemiologo, ma per tutta la vita ho avuto a che fare con i numeri e so che da essi si possono trarre molte informazioni, anche senza avere una conoscenza raffinata dei meccanismi che li generano. Pertanto, al di là delle previsioni degli epidemiologi che si basano su modelli matematici raffinati, ma richiedono la conoscenza di un gran numero di parametri su cui al momento non abbiamo certezze, si può provare a fare qualche semplice estrapolazione basata sui dati in nostro possesso. Per farlo bisogna ipotizzare che, in un quadro di regole comportamentali ormai stabile da circa tre settimane, le tendenze evidenziate dai numeri forniti dalla Protezione Civile possano essere proiettate in avanti su un arco temporale di una settimana. Il numero che al momento sembra più urgente tenere d’occhio è quello dei ricoverati da cui dipende il buon funzionamento delle terapie intensive. E’ opportuno non basarsi sui dati di ogni singola giornata, che possono risentire di fluttuazioni di vario genere (ad esempio dati arrivati in ritardo e inseriti nel computo del giorno successivo), ma su dati che riportino l’effetto cumulativo di diversi giorni. Ho scelto un parametro che gode di queste caratteristiche, non risente del numero di tamponi, e può essere facilmente calcolato: è il fattore di incremento settimanale del numero di ricoverati, ovvero il rapporto tra il numero di persone che si trovano ricoverate in un dato giorno e il numero dei persone ricoverate una settimana prima.
Fig. 3 Fattore di incremento settimanale del numero di ricoverati per Covid19
E’ stato preso in esame il periodo successivo al 15 marzo, nel quale non sono intervenute significative variazioni delle regole comportamentali. L’andamento è quasi lineare e una proiezione sulla prossima settimana indica chiaramente prima di Sabato 4 Aprile esso scenderà al di sotto di 1 e questo vorrà dire che il temuto picco di malati bisognosi di terapie complesse è stato superato che potremo concentrarci esclusivamente sul numero dei nuovi contagi che invece sembra scendere più lentamente ed è ancora a quota 4050 nelle ultime 24 ore”.
E la Sicilia?
Fig. 4 Sicilia: numero degli attualmente positivi e dei nuovi contagi
Fig. 5 Sicilia: numero degli attualmente positivi e dei ricoverati
Per quanto riguarda il fattore di incremento settimanale in Sicilia, l’andamento risente chiaramente dell’effetto del rientro di oltre 40.000 persone in previsione del DPCM del 10 marzo, in buona parte provenienti dalle Regioni ad alta diffusione del virus. L’effetto è chiaramente visibile nell’impennata del numero dei positivi che si verifica circa 10 giorni dopo a causa dei tempi di incubazione (Fig. 5).
Fig. 6 Fattore incrementale settimanale ricoverati
Anche in questo grafico si osserva chiaramente, dopo una settimana circa dal rientro in massa, un netto balzo del fattore di incremento settimanale che poi ha ricominciato a scendere. Il suo valore attuale mostra che l’evoluzione in Sicilia è in ritardo di una settimana circa rispetto ala situazione nazionale e, pertanto potremo attenderci il picco del numero di ricoverati intorno al 8/9 Aprile, senza avvicinarci troppo alla soglia psicologica dei 1000, e prepararci alla Pasqua con animo più leggero”.
Filippo Cardinale