Coronavirus, “Barche, orologi, case e gioielli con i soldi delle mascherine di Arcuri”, sequestro da 70 milioni a Roma

ROMA. Otto persone indagate e quattro società. Svolta nell’inchiesta sull’affare da 1,25 miliardi di euro stipulato dal Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri a 3 consorzi cinesi per l’acquisto di 800 milioni di mascherine avvenuto attraverso l’intermediazione di alcune imprese italiane. Società e imprenditori che, secondo i magistrati romani, avrebbero ottenuto compensi esorbitanti e illegittimi.

La notizia è riportata da Repubblica con un articolo a firma di Daniele Autieri ,  Maria Elena Vincenzi. Le accuse ipotizzate dalla Procura sono, a vario titolo, ricettazione, riciclaggio, traffico di influenze illecite in concorso e aggravato dal reato transnazionale, illeciti amministrativi in materia di responsabilità amministrativa degli enti.

Dalle indagini sarebbe emerso che le imprese italiane che hanno fatto da intermediari avrebbero percepito commissioni per decine di milioni, non erogate però dalla struttura del Commissario.

I sequestri riguardano le quote societarie della srl Guernica di Roma, disponibilità finanziarie, polizze assicurative, immobili ubicati nella capitale a Pioltello (Milano) e Ardea (Roma), auto e moto di lusso, gioielli e orologi di pregio (svariati Rolex, Patek Philippe e un bracciale Tiffany ) nonché uno yacht. Il tutto per un valore complessivo di circa 70 milioni di euro.

L’indagine della procura di Roma, condotta dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, solleva così il coperchio su quei 71,7 milioni di euro di commissioni che tre improbabili aziende tutte italiane hanno intascato in qualità di mediatori (certificati o occulti) delle tre società cinesi che – attraverso una procedura diretta – hanno ottenuto appalti complessivi per 537,5 milioni di euro dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, per la fornitura di mascherine allo Stato italiano.