Consulta utenti Aica tutti dentro, ma ancora non decolla

Anche la Consulta degli utenti in seno all’Azienda Idrica Comuni Agrigentini sembra trovare ostacoli in provincia di Agrigento.

L’istituzione era stata deliberata il 21 settembre dello scorso anno dall’Assemblea dei Comuni Soci, nel rispetto di uno specifico articolo dello Statuto. Un organismo non di poco conto visto il percorso che negli anni ha avuto il servizio idrico in provincia di Agrigento e alla luce del ruolo fondamentale svolto dalle associazioni presenti nel territorio.

Con la conquista di una gestione che ora è nelle mani dei Comuni, e pur in presenza di una serie di grandi ostacoli che non sono stati ancora superati, ci si attendeva in breve tempo la nomina della Consulta e la sua piena operatività, un atto fondamentale per dare voce “ufficiale” a tutte quelle associazioni, comitati e coordinamenti che in questi anni si sono date un gran da fare per dare una svolta al servizio idrico integrato.

L’avviso pubblicato da Aica poco dopo la delibera dell’assemblea dei sindaci proponeva una manifestazione di adesione alla Consulta prevista dallo Statuto entro e non oltre trenta giorni dalla data di pubblicazione. A tre mesi da quella intenzione, Aica ed Ati non hanno ancora nominato la Consulta nonostante ci siano state numerose istanze.

E sarebbe proprio il gran numero di adesioni e una decisione dei vertici della società di inserire nell’organismo di tutela degli utenti tutti quelli che hanno avanzato richiesta a bloccare il percorso e l’entrata in funzione della Consulta. Troppa folla in sostanza, con le associazioni che sono state in questi anni in prima fila che vorrebbero una rappresentanza più corposa e autorevole rispetto a sodalizi che sarebbero invece stati “attori non protagonisti”.

Il problema è che tutte le domande sarebbero corredate dai requisiti richiesti nell’avviso, ovvero la certificazione rilasciata dal “Forum Siciliano dei Movimenti per l’acqua e beni comuni Sicilia” articolazione regionale del “Forum italiano dei movimenti per l’acqua”, il soggetto promotore dei referendum nazionali e della legge d’iniziativa popolare e dei consigli comunali. In poche parole, non si potrebbe negare la partecipazione alla Consulta a chi ha presentato adeguata documentazione a supporto dell’attività svolta in materia di promozione della ripubblicizzazione del servizio idrico integrato. Insieme a tanti problemi, Aica e Ati devono adesso dipanare anche questa matassa.

Giuseppe Recca