Consiglio pastorale cittadino: lo guida Don Di Fede Santangelo. Toni Montalbano coordinatore del direttivo

Il Consiglio Pastorale Cittadino è l’organismo di comunione, partecipazione e corresponsabilità dei fedeli al servizio della missione della Chiesa e rappresenta l’intera comunità nell’unità della fede e nella varietà dei carismi e ministeri.

SCIACCA. Si è insediato in città il nuovo Consiglio Pastorale Cittadino. Ne fanno parte il Vicario Foraneo don Alessandro Di Fede Santangelo, chiamato a presiederlo, i vicari parrocchiali, i rappresentanti degli istituti religiosi, i coordinatori ed i segretari delle varie comunità parrocchiali e della Cappellania dell’Ospedale e il presidente diocesano delle Confraternite. Il direttivo è composto dal vicario foraneo, da Toni Montalbano della parrocchia S.Calogero, eletto coordinatore del consiglio; da Nuccio Catagnano della parrocchia B.M.V. di Fatima, nominato segretario, da Giusy Bono della parrocchia S. Pietro e membro del Consiglio Pastorale Diocesano che, insieme a Daniela Preti della Basilica Maria SS. del Soccorso, sono state elette consigliere.
Il Consiglio Pastorale Cittadino è l’organismo di comunione, partecipazione e corresponsabilità dei fedeli al servizio della missione della Chiesa e rappresenta l’intera comunità nell’unità della fede e nella varietà dei carismi e ministeri. In esso si esprime a titolo consultivo la collaborazione tra i pastori e i fedeli nel discernimento in merito all’attività pastorale della città, in comunione con il Vescovo e in sintonia con il Piano Pastorale Diocesano.

Nel Consiglio l’intera comunità è rappresentata nell’unità della fede e nella varietà dei carismi, doni e ministeri, non per un semplice fatto di delega né per una mera istanza organizzativa, bensì per un esercizio organico di ecclesialità, che si compie attraverso la mediazione, il discernimento e la decisione. A questo scopo, saranno individuate delle aree di azione (giovani, famiglie, catechesi, caritas, liturgia, cultura…) con apposite commissioni con membri esterni al Consiglio stesso, che riceveranno un mandato ufficiale per lavorare in sinergia e pianificare gli obiettivi da raggiungere per il bene di tutta la comunità.

Sulla base di queste acquisizioni, il concorso organico e ordinato di tutte le forze ecclesiali e
sociali, nel quale si matura l’attenzione ai segni dei tempi e che trova il suo luogo proprio nel
Consiglio Pastorale, ha il dovere di contribuire al cambiamento della mentalità, all’adeguamento
delle strutture, all’individuazione degli obiettivi prioritari e dei mezzi adeguati per perseguirli, al
lavoro congiunto per l’attuazione dei percorsi proposti, alla verifica dei traguardi raggiunti e
all’apertura di nuove vie. Per garantire questo servizio al Vangelo e alla storia, un momento
privilegiato del discernimento in seno al Consiglio Pastorale deve diventare la lettura del
territorio, intesa come analisi approfondita della realtà in cui si vive, attraverso la ricognizione
dei dati statistici, la conoscenza delle dinamiche sociali e culturali, l’individuazione dei problemi
e delle criticità, la definizione delle risorse e delle potenzialità.