Consiglio comunale, opposizione “dura e senza paura” di andare a casa. Nasce lo “spartiacque”
SCIACCA. Ieri sera, in occasione della seduta del Consiglio comunale, le opposizioni hanno tracciato “lo spartiacque”. Dal centrodestra a Mizzica, ma anche l’indipendente Paolo Mandracchia, è emersa una novità sostanziale. Nessuno è più disposto a fare da salvagente per tenere a galla un’amministrazione a brandelli e che non va oltre gli 8 consiglieri. L’ottavo consigliere è stato puntellato con l’ingresso in giunta di Nino Venezia. Ma oltre questa cifra la coalizione del sindaco Francesca Valenti non va oltre. Una caduta libera che dagli iniziali 14 consiglieri (58,33% dell’aula consiliare) è precipitata al 33,3%, si è ridotta, cioè, ad un terzo del numero complessivo dei consiglieri (24).
Ieri sera, prima di entrare nella discussione sui due punti riguardanti la regolamentazione e la nuova Imu, vi sono stati alcuni interventi significativi, determinati. Interventi di Calogero Bono, di Fabio Termine, di Salvatore Monte, di Paolo Mandracchia.
Un ventaglio significativo (da notare sempre un’assenza strategica di un paio di consiglieri del centrodestra. Sarà un caso? Lo scopriremo presto, con nomi e cognomi), che di fatto determina quello che Calogero Filippo Bono ha definito come “spartiacque”, oppure un “non fare più da robot”, frase usata da Fabio Termine, oppure “ce ne possiamo andare a casa”, detto da Monte, e ancora, “grande delusione e impossibilità \di andare avanti”, chiosato da Paolo Mandracchia.
Lo “spartiacque” tracciato nato ieri sera segna “l’inutilità e l’impossibilità di proseguire” un Consiglio comunale che di fatto “è stato svilito del ruolo”. In buona sostanza, dalle opposizioni, con l’aggiunta di Mandracchia, lievita la consapevolezza del “coraggio”, o meglio della “non paura” a far saltare tutto, bocciando anche quegli atti la cui conseguenza può essere quella della nomina di un commissario e lo scioglimento del Consiglio comunale. “Il sindaco continui da sola e si faccia il suo principato”, ha detto Salvatore Monte.
Per Calogero Filippo Bono, ieri sera “è stato tracciato uno spartiacque. Non è più possibile proseguire come in questi mesi”. Poi ha sottolineato che “o c’è un cambio di passo nei rapporti con Consiglio comunale o si procederà diversamente”. L’ultimatum di Bono è che “questa sera è l’ultima occasione per l’Amministrazione comunale”.
Salvatore Monte ha comunicato che “non userà più il tastino verde (quello del voto favorevole, ndr). Mi asterrò o voterò sfavorevolmente”. Per quanto riguarda la collaborazione, Monte rimarca come “il tempo sia scaduto e nei restanti 18 mesi alla fine del mandato non c’è più tempo per programmare”. “Una consiliatura- ha continuato Monte- caratterizzata dall’astio”. Poi l’annuncio della fine del “pietosismo”. “Non esiste più, basta. Lo abbiamo praticato per la stabilizzazione, per il bilancio. Adesso basta, molte cose importanti per la città sono passate grazie alle opposizioni. Siamo disposti ad andare a casa. Il sindaco resti da sola e si faccia il suo principato”.
Paolo Mandracchia, nel suo intervento, in modo determinato ha dichiarato di essere “deluso, imbarazzato”, sottolineando che “disapprovo l’atteggiamento dell’Amministrazione comunale che ha praticato chiusura alle richieste anche di parte della maggioranza, mentre ha dimostrato aperture solo per una parte della giunta.Non c’è confronto, non c’è mai stato. Non mi accontento di ricevere un semplice messaggino”. Manda a dire al sindaco che “ha governato 1.170 giorni cambiando 16 assessori. Tutto ciò crea difficoltà all’azione amministrativa in quanto ogni neo assessore ha bisogno di rodaggio per comprendere il funzionamento della macchina amministrativa”.
Insomma, Paolo Mandracchia è sempre più indipendente e non è più disponibile a fare l’uomo della panchina che entra in gioco al 90° minuto.
Gli fa eco Fabio Termine, la cui posizione diventa sempre più determinata. Una posizione di netta distanza e critica nei confronti dell’Amministrazione comunale. “Anche io mi trovo in imbarazzo. Per quanto mi riguarda, la collaborazione è finita. Non voglio stare più in aula per garantire altri che,invece, stanno a casa. E’ stato svilito il ruolo del Consiglio comunale”. Termine ha lamentato che, nella qualità di consigliere comunale, è tenuto all’oscuro di atti e passaggi importanti che riguardano la città. Ha citato l’esempio della My Ethanol, ma anche la questione dei parcheggi. Su questo punto è stato durissimo: “Il Consiglio comunale è tenuto all’oscuro su punti importanti come le gestione del parcheggio. “Mi risultano già esserci interlocuzioni in corso da parte dell’Amministrazione comunale, mentre i consiglieri sono tenuti all’oscuro di tutto. Non siamo robot”. Poi ha chiosato: “Per quanto mi riguarda, questa consiliatura è finita”.
La realtà è che oggi il Consiglio comunale è radicalmente mutato, nei numeri, rispetto all’esordio della nuova Amministrazione. Oggi, la (ex) maggioranza si ferma a 8. Un numero che non le permette manco di garantire il numero legale della seduta in seconda convocazione. Così, 18 mesi sono lunghi da passare.
Filippo Cardinale