CONSIGLIO COMUNALE, IL 2103 SI CARATTERIZZA PER LE POCHE SEDUTE CONSILIARI

Editoriale di Filippo Cardinale

E’ un bene o no? Dipende da che lato si guarda la vicenda. A primo acchito, i numeri delle sedute comunali svoltesi nell’anno in corso potrebbero indicare che i consiglieri comunali hanno poche opportunità di dibattere i temi della città. Se si sposta l’angolo di visuale, potrebbe apparire come un fatto positivo in relazione alla riduzione dei costi della politica. Poche sedute consiliari, meno costi relativi alle indennità dei consiglieri comunali, meno costi alle emittenti provate per le riprese televisive, meno costi per il personale comunale impegnato all’adempimento dei compiti inerenti le sedute consiliari.

Procediamo con i numeri, presi in esame dal 2005 a oggi. La parabola discendente è notevole. Si passa dalle 39 sedute consiliari nell’anno 2005, alle 9 sedute dell’anno in corso. Si passa da una media di 3,25 sedute mensili nel 2005, a 1 seduta mensile fino alla data odierna.

Questo il quadro.

2005-   39 sedute

2006-   25 sedute

2007-   33 sedute

2008-   29 sedute

2009-   27 sedute

2010    31 sedute

2011-   35 sedute

2012-   19 sedute

2013-     9 sedute fino ad oggi

Da cosa dipende il numero limitato delle sedute dell’anno in corso? Si potrebbe ipotizzare una sorta di freno a sedute il cui ordine del giorno non è corposo. In effetti, in Consiglio comunale approdano le delibere della Giunta comunale, ma anche le iniziative proprie dei consiglieri comunali. Il numero esiguo delle attuali sedute consiliari potrebbe anche dipingere una situazione nella quale scarseggiano le iniziative della Giunta e quelle del Consiglio comunali. Ad esempio, potrebbero indicare un numero esiguo di mozioni, interrogazioni, da parte dei consiglieri comunali.

Ma al di là degli strumenti propri della Giunta e dei Consiglieri comunali, il civico consesso dovrebbe essere il luogo nel quale maggioranza e opposizione si confrontano attraverso un dibattito, al centro del quale dovrebbero albergare i temi che riguardano la crescita e lo sviluppo della città. Così non sembra, invece. Quelle volte in cui si sviluppa un dibattito politico esso, inesorabilmente, deraglia dal binario del confronto, finendo in quello dello scontro. Le riprese televisive, poi, non fanno altro che alimentare “la voglia di apparire” dei consiglieri comunali i cui interventi, sovente, sono ripetitivi e privi di reale contenuto.

Il numero ridotto della sedute consiliari dell’anno in corso induce qualche consigliere comunale ad affermare che “ci c’è una paralisi totale dei lavori consiliari”. Qualcun altro rimarca che “c’è immobilismo financo nei confronti delle interrogazioni comunali”, che dovrebbero “essere trattati entro 30 giorni dalla presentazione”. Qualcun altro ancora afferma che “il numero delle sedute degli anni scorsi esprime vitalità e intensa attività amministrativa”.

Noi del Corriere di Sciacca, al di là della logica dei numeri, che a volte inganna, saremmo felici di vedere trionfare la logica della sostanza, della qualità del dibattito consiliare. Ma soprattutto, siamo desiderosi di vedere un quadro dipinto dalla nostra politica locale nel quale si intraveda la programmazione della nostra Sciacca, proiettata in avanti e per un tempo ragionevole.

Archivio Notizie Corriere di Sciacca