Consiglio comunale: altra seduta infruttuosa. Consiglieri comunali costretti ad approvare a occhi chiusi

SCIACCA. Altra seduta consiliare andata a vuoto e finita alle 3 e mezzo di mattina. Cosa ha prodotto? Nulla, un rinvio a data da destinarsi. Una seduta che nelle ore piccole è terminata a causa della mancanza del numero legale. La presenza dei cusumaniani non ha messo la seduta in sicurezza anche se all’inizio la maggioranza poteva contare su 10 consiglieri. Ma assieme alla politica che balla sono anche i numeri a ballare. E anche i cusumaniani, oltre a tanti altri consiglieri come Sabella, Mandracchia, e poi Bono, Milioti, Bilello, Cognata, hanno posto degli interrogativi ai quali la risposta del sindaco non è stata pienamente esaustiva.

Ieri sera all’ordine del giorno c’era lì’approvazione dello schema di statuto della costituenda azienda speciale consortile che dovrà gestire il servizio idrico agrigentino. In Consiglio comunale arriva lo schema di statuto ma senza documenti di conforto sugli aspetti finanziari e di investimenti. Cioè senza un business plain che è l’elemento essenziale per confortare l’iniziativa imprenditoriale, sia essa pubblica che privata. L’azienda speciale consortile comporta dei rischi che gravano sui Comuni e quindi sui contribuenti. Dunque, il consigliere comunale assume una responsabilità politica, ma anche rispetto ad un danno erariale che la Corte dei Conti contestare.

Il dibattito consiliare ha impegnato, all’inizio della seduta, due ore e mezza di chiarimenti posti con un atto dai consiglieri Curreri e Termine sull’aggiornamento della questione My Ethanol e via Eleonora d’Aragona. Sulla prima questione, si attende il parere del legale incaricato e comunque è stato avviato un procedimento di revoca in autotutela per quanto riguarda la Aua. Da precisare che ogni atto di revoca non dipende dal sindaco perché non ha l’autorità per farlo. l riguardo ci sono procedure ben definite. Da precisare anche che in mezzo alla vicenda c’è il Libero Consorzio Comunale di Agrigento e la Struttura territoriale dell’assessorato regionale Territorio Ambiente. La vicenda non è facile, è complessa, riguarda più enti e non può, certamente, risolversi nel giro di poco.

Sulla via Eleonora d’Aragona, è stato ricordato che la vicenda nasce già dal 2001 grazie ad un reportage sul quotidiano La Sicilia a firma di Filippo Cardinale. Un altro articolo è stato pubblicato nel 2003. Di anni ne sono passati tantissimi. Occorrono interventi importanti dal punto di  vista tecnico che economico. L’Amministrazione comunale sta tentando di aprire la strada almeno dal punto di vista pedonale.

Poi si è passato all’ordine del giorno dello schema dell’azienda speciale consortile. Presenti erano in 18 consiglieri, qualcuno da casa, compreso qualche assessore. La maggioranza poteva contare su 10 consiglieri perché c’erano anche i tre consiglieri di Italia Viva. Sembrava andare tutto liscio ma così non è stato.

Quasi tutti i consiglieri comunali, tranne quelli che hanno il prosciutto davanti agli occhi per eccesso di appartenenza politica, hanno chiesto lumi, soprattutto sul fatto che lo schema di statuto da approvare era privo di documenti tecnici ed economici. Cioè, nessuno sa oggi se la tariffa aumenta, diminuisce, quanto soldi deve mettere ogni Comune.

Il sindaco ha spiegato a ripetizione che l’approvazione dello schema di statuto è un atto obbligatorio e propedeutico alla seconda fase, quella della costituzione della consortile. Ma qui, i consiglieri hanno avuto perplessità poiché lo schema di delibera dello statuto non ammette emendamenti. Anzi, il sindaco ha detto che c’è il rischio che poi arrivi un commissario ad acta. Ma ha detto anche che il Piano di Ambito e il Piano Finanziario saranno competenze dell’Ati e non del Consiglio comunale.

In buona sostanza, il Consiglio comunale dovrebbe approvare a occhi bendati e …poi si vede come finisce. E’ su questo campo che anche consiglieri della maggioranza hanno espresso perplessità. Non sulla forma giuridica della gestione del servizio idrico ma sulla impossibilità di comprendere quali siano i reali benefici dei contribuenti, ma soprattutto quali siano i costi e i rischi per le casse comunali.

E’ stata chiesta una sospensione di cinque minuti. Ma è salita la tensione. Poi si è ritornati in aula ma con soli 9 consiglieri presenti e non si è potuto proseguire per mancanza del numero legale. La prossima seduta consiliare è a data da destinarsi.

Ieri, ciò che sembrava scontato non lo è stato. Alla domanda al direttore di ragioneria, Filippo Carlino, se avesse messo in bilancio le spese necessarie ed essenziali per procedere anche con la costituzione della consortile, la riposta è stata negativa.

Alla fine, la maggioranza dei consiglieri comunali ha manifestato perplessità appunto perché mancano elementi oggettivi per decidere. E’ come intraprendere un viaggio senza sapere dove andare, come andare,con quali mezzi andare, e quanto costerà andare.

L’unica cosa chiara che è venuta fuori dal dibattito del consiglio di ieri è  “Sciacca non poteva, né può gestire l’acqua da sola”. Eppure, in tanti, in questi anni, specie dal centrosinistra, hanno crocifisso l’ex sindaco Mario Turturici. Forse, qualcuno dovrebbe pubblicamente scusarsi.

Filippo Cardinale