CONSEGNA DEPURATORE, ECCO PERCHE’ L’ALTRASCIACCA E’ CONTRARIA
“Qualche giorno fa il nostro Sindaco, Fabrizio Di Paola, ha dichiarato in Consiglio Comunale che il nuovo impianto di depurazione, necessariamente, deve essere consegnato a Girgenti Acque Spa perché non avendo un’elevata disponibilità economica non possiamo permetterci il lusso di fare quello che il privato, invece, saprà fare benissimo, ovvero lucrare sul depuratore”.
Fatta questa premessa, l’AltraSciacca spiega le ragioni della sua contrarietà a consegnare il depuratore alla Girgenti Acque.
Ma prima, l’Associazione pone un interogativo: “Ci chiediamo qual’è il motivo di tanta fretta? Perché non chiedere al gestore privato, cosi come si faceva con l’EAS, di fatturare il canone di depurazione per conto del Comune, in attesa della nuova legge. Chi o cosa glielo impedisce, Sindaco?
“Noi – poi spiegano – non condividiamo le motivazioni addotte per le seguenti ragioni:
1 – La scelta di consegnare il depuratore al gestore privato è in netto contrasto con l’esito referendario del 2011 che ha sancito il principio che l’acqua, bene comune per eccellenza, deve essere pubblica e i privati e i loro interessi devono esserne esclusi dalla gestione.
2 – L’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) chiarisce che le abrogazioni degli articoli di legge (Art. 23 bis della L. 133/2008 e Decreto Ronchi della L. 166/2009) per le gestioni esistenti non rendono automaticamente illegittimi gli affidamenti in essere né li fanno scadere. Inoltre resteranno attivi fino alla naturale scadenza gli affidamenti dei servizi effettuati a società pubbliche in house providing che soddisfano i requisiti fissati dalla giurisprudenza della Comunità Europea. Non vi è dubbio quindi che saranno gli Enti locali a dover compiere un’analisi dei propri affidamenti e verificare se questi sono conformi ai dettami non delle leggi preesistenti ai referendum ma ai dettami della Comunità Europea, preminenti su tutto.
3 – La Corte Costituzionale, esprimendosi sugli effetti dell’abrogazione dell’Art. 23 bis (sentenza n. 24/2011), ha chiaramente affermato che non vi è nessuna possibilità di far rivivere la norme abrogate dal referendum e che quindi l’unica e sola legge applicabile è quelle Comunitaria, la quale non impone la privatizzazione dei servizi pubblici locali, ma consente agli stati membri di mantenere la gestione pubblica e non prevede altresì alcun obbligo di partecipazione dei privati nelle società miste.
4 – La gestione dell’impianto è di competenza della ditta che l’ha costruito, come si evince chiaramente all’art. 16 del contratto che recita testualmente: “ART. 16 GESTIONE TRIENNALE DELL’IMPIANTO DI DEPURAZIONE E DEGLI IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO. L’impresa dovrà effettuare la gestione triennale dell’impianto di depurazione e dei tre impianti di sollevamento previsti in progetto in conformità alla normativa vigente in materia di tutela dell’ambiente …”.
5 – Il disegno di legge sul riordino del servizio idrico integrato, approvato dalla Regione Sicilia, al comma 5 recita: “5. Con successiva legge regionale, da emanarsi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le funzioni delle Autorità d’Ambito sono trasferite ai Comuni, che le esercitano in forma singola o associata, con le modalità previste dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Con la medesima legge regionale sono disciplinate le modalità di successione nei rapporti giuridici attivi e passivi e le modalità di tutela dei rapporti di lavoro eventualmente in essere facenti capo alle Autorità d’Ambito.” E al punto 6 prosegue: “6. Nelle more dell’approvazione della legge di cui al comma 5, i comuni che non hanno consegnato gli impianti ai gestori del servizio idrico integrato, continuano la gestione diretta.”
Alla fine spiegano anche che “nel nostro caso, avendo per contratto la possibilità di dare il depuratore in gestione all’impresa realizzatrice per ben tre anni, la consegna dell’impianto a Girgenti Acque Spa è da ritenersi arbitraria, ingiustificata e illegittima. A nostro modo di vedere, tutti gli affidamenti a società private dovrebbero essere dichiarati illegittimi e, dietro adeguato indennizzo, tali società dovrebbero essere mandate a casa”.
Nel caso di cessione, l’AltraSciacca si pone di mezzo: “L’eventuale consegna del nuovo depuratore sarà da noi considerata arbitraria e inadempiente rispetto a quanto precisato nel contratto sottoscritto a suo tempo con la CONSCOOP, ma soprattutto in netto contrasto con quanto sancito dagli esiti referendari in cui il Popolo Sovrano ha espresso chiaramente la propria volontà, riservandoci di attuare ogni possibile azione per contrastare questa decisione dell’Amministrazione. Egregio signor Sindaco, i cittadini rispetteranno la sua decisione che però non può pretendere sia condivisa da tutti. Noi siamo tra quelli che non la condividono e faremo in modo che che la gente non la dimentichi”.