Conguagli idrici, duro attacco all’Ati: “Burocrazia, incapacità, incuria, indifferenza, interessi elettorali”, a danno dei cittadini

Franco Zammuto

SCIACCA. Durissimo attacco dell’Inter.Co.PA all’Ati di Agrigento, presieduta dal sindaco di Sciacca Francesca Valenti,  sulla vicenda delle tariffe a conguaglio con effetto retroattivo. Il coordinatore Franco Zammuto, in una nota, usa termini forti. “Burocrazia, incapacità, incuria, indifferenza, interessi elettorali, da soli o combinati, sono tutti fattori che determinano, improvvisamente e inaspettatamente, gravi conseguenze a danno dei cittadini di gran parte dei comuni della provincia di Agrigento, che per ottenere l’erogazione dell’acqua già sopportano le tariffe più alte d’Italia”.

Inter.Co.PA fa riferimento anche “all’infausto evento” della delibera dell’ATI  n. 3 dell’8 giugno del 2020″ con la quale “gli utenti del servizio si sono visti recapitare dalla Girgenti Acque salatissime bollette di conguaglio dei consumi a partire dal primo gennaio 2018”.

Franco Zammuto ricorda che gli aumenti erano stati stabiliti dalla delibera dell’Autorità nazionale di regolazione (l’ARERA) n. 665 del 2017. “Ma è indispensabile precisare che il termine ultimo indicato dall’ARERA, per adeguare gli aumenti, era stato fissato al 30 giugno del 2018”.

Per Zammuto è “scontata, ovvia, spontanea, naturale la rabbia e l’ira dei cittadini. Soprattutto quando qualcuno ha contestato l’incostituzionalità di questa onerosa imposizione retroattiva”.

E’ vero che l’ATI ha sospeso le bollette, comunicando che si sarebbe valutata con attenzione la fondatezza delle contestazioni e che poi si sarebbe proceduto a rifare i conteggi. Ma, adesso, “con la delibera n. 1 del 16 febbraio del 2021, l’ATI sembra aver trovato la soluzione, mediando tra le diverse “mozioni” presentate dai sindaci presenti all’assemblea, ritiene di avere trovato una soluzione “salomonica” per rimpinguare le fallimentari casse del gestore Girgenti- Acque e ridurre al contempo di un anno il nuovo pesante fardello posto a carico dei cittadini. La data degli aumenti tariffari richiesti a conguaglio è stata, infatti, spostata di un anno, dal primo gennaio 2018 al primo gennaio del 2019”.

Il comitato Inter.Co.PA si chiede: “Ci sono o ci fanno”? Possibile che i sindaci o i loro delegati eventualmente presenti, pretendano di decidere autonomamente con “mozioni” quanto stabilito dalla legge? Oppure dobbiamo ipotizzare che i 41 sindaci che amministrano i nostri comuni, non conoscano la legge 296 del 2006, che all’ art. 1 comma 169, così recita: “Gli enti locali deliberano le aliquote relative ai tributi di loro competenza entro le date fissate dalle norme statali, per la deliberazione del bilancio di previsione. Dette deliberazioni, anche se approvate successivamente all’inizio dell’esercizio purché entro il termine innanzi indicato, hanno effetto dal 1° gennaio dell’anno di riferimento. In caso di mancata approvazione entro il suddetto termine, le tariffe e le aliquote s’intendono prorogate di un anno”?

Per Inter.Co.PA, “sempre che non si dimostri che l’ATI non è un ente locale”, essendo la delibera “di adeguamento dell’ATI alle tariffe stabilite dall’ARERA” dell’8 giugno del 2020, le stesse debbano essere aumentate soltanto a far data dal primo gennaio 2020.

Ma c’è un altro attacco. “ Essendo un fatto  acquisito che il gestore Girgenti Acque, cacciato per inefficienza, è fuori da qualsiasi possibilità di intervento e nonostante i commissari prefettizi invochino la costituzione del nuovo gestore, per via della gravissima situazione finanziaria in cui versa la gestione idrica, al punto da non potere più garantire la riparazione delle centinaia di perdite e guasti presenti nelle reti dei comuni serviti, quali dei fattori fra quelli elencati all’inizio del comunicato impediscono all’ATI di dar vita all’Azienda Speciale Consortile, già deliberata, all’unanimità dai sindaci presenti alla apposita riunione?