Conguagli idrici: dopo “le annunciazioni politiche”, lo stop ancora non c’è
PROVINCIA DI AGRIGENTO. Tutto secondo copione. Viene alla luce il caso, nelle fattispecie il conguaglio idrico con due anni sulle bollette adeguate alla tariffa approvata dal Direttivo dell’Ati. Malumore della gente e proteste a cui segue l’immancabile passerella dei politici che, contriti, promettono mare e monti. Poi c’è la fase della decantazione, quella in cui nulla succede ed emergono i cavilli burocratici, i paletti normativi.
Pagare o non pagare il conguaglio idrico che, secondo quelle “enunciazioni” di cui sopra, profuse dalla deputazione regionale si dava ormai per annullato? Una domanda a cui è difficile dare risposta perché per annullare il conguaglio non bastano le parole, servono atti e norme.
L’unico atto esistente ad oggi è una delibera del Direttivo dell’Ati delle scorse settimane che di fatto rinvia il pagamento. Un rinvio, però, che poggia sul “malumore sociale” e non su questioni sostanziali come, ad esempio, una irregolarità-illegittimità di qualche tipo. Il tutto, adesso, poggia sull’attuale situazione economica e sociale del tessuto sociale dovuto alla crisi connessa alla diffusione pandemica.
Al massino, allo stato attuale, si può parlare di rinvio. Per l’annullamento, la Gestione commissariale di Girgenti Acque ha già detto chiaramente di attendete atti formali di ben altro tipo.
Dice il deputato regionale Giovanni Di Caro: “Durante l’incontro avuto con il presidente Nello Musumeci nei giorni scorsi è stato chiarito che il conguaglio al momento non va pagato, assolutamente. Si è anche manifestata la volontà del Governo regionale di regolamentare la questione con una norma. Certamente è necessario che l’Ati preda posizione in modo pubblico”.
Insomma, ad oggi parole. Il resto…si vedrà. Come al solito.
Filippo Cardinale