CONDANNATO A 18 ANNI LO SCAFISTA DELLA STRAGE DI MIGRANTI DEL 2013: MORIRONO IN 366

Il Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto ha condannato a 18 anni di carcere il tunisino Khaled Bensalem, 36 anni, accusato di disastro ed omicidio colposo plurimo. L’immigrato sarebbe lo scafista dell’imbarcazione, che il 3 ottobre del 2013 naufragò, a qualche centinaio di metri dalla costa di Lampedusa, provocando 366 morti. Il tunisino è stato processato con il rito abbreviato.

Il pubblico ministero Andrea Maggioni al termine della sua requisitoria, aveva invece chiesto la condanna a 20 anni di carcere. A incastrare lo scafista la testimonianza di una decina di sopravvissuti che non hanno avuti dubbi nel riconoscere Khaled Ben Salem come “il Capitano” che faceva parte di una organizzazione libica che gestisce il traffico di uomini dalle coste libiche a quelle italiane.

I 500 migranti erano costretti a stare in piedi perché erano stipati nella stiva, sul ponte e sul piano superiore del peschereccio. Tutti i testimoni hanno riferito che Bensalem Khaled era sempre al timone aiutato dall’altro “White Man”; i due erano gli unici che dormivano in una cabina con due cuccette. Sempre i testimoni hanno riferito che sarebbe stato lo stesso “capitano” a dare fuoco a una coperta per tentare di segnalare la presenza del peschereccio e che le fiamme hanno investito il barcone che ha preso fuoco facendolo affondare con il suo carico di vite.

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