CONDANNA A 4 ANNI PER JUAN CARLOS PERALTA. RIQUALIFICATA L’ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE

Una camera di consiglio durata tre ore per decidere la sorte processuale di Juan Carlos Peralta, 32 anni, di origine sudamericana ma residente a Sciacca sin da piccolo. Il collegio giudicante del tribunale di Sciacca, composto da Antonio Tricoli presidente e a latere i giudici Anna Guidone e Francesca Cerrore, ha condannato a 4 anni di carcere il Peralta. Diversi i reati contestasti dalla pubblica accusa: dalla violenza sessuale al sequestro di persona, dall’evasione dagli arresti domiciliari agli atti osceni, fino al danneggiamento di un’auto.

La richiesta di condanna del pubblico ministero Carlo Boranga è stata di 9 anni e 6 mesi. L’esito della camera di consiglio ha visto una forte riduzione della richiesta della pubblica accusa. Riduzione dovuta al fatto che il collegio giudicante ha riqualificato il capo di imputazione da violenza sessuale a lesioni personali aggravate. Per la violenza sessuale l’assoluzione è avvenuta perché il fatto non sussiste. Bisognerà attendere il deposito della motivazione della sentenza (entro 90 giorni) per comprendere meglio la decisione del tribunale.

L’impianto accusatorio di Juan Carlos Peralta, in sostanza, ha retto per i reati di atti osceni, anche davanti a minorenni, e per il sequestro di persona (la stessa ragazza che lo aveva accusato di aver subito violenza sessuale). Il trentaduenne è stato assolto anche dall’evasione dai domiciliari per non aver commesso il fatto. Peralta è stato difeso dall’avvocato Accursio Piro che ha arringato per 90 minuti.

Alle parti civili costituite, rappresentate dagli avvocati Aldo Rossi e Maurizio Gaudio è stata riconosciuta la provvisionale per complessivi 5.000 euro, mentre il risarcimento del danno è stato demandato alla competenza della sezione civile del tribunale. Il collegio ha anche interdetto Perlata dai pubblici uffici per una durata di cinque anni. Inoltre, è stato disposta la confisca e la distruzione del coltello sequestrato al Peralta.

Sicuramente, il percorso giudiziario approderà in appello. La difesa di Peralta ha puntato sul riconoscere al giovane l’incapacità di intendere e di volere. Al tal proposito sono state effettuate due perizie.

Secondo la ricostruzione effettuata dalla Polizia, Peralta avrebbe adescato una coetanea attraverso Facebook e l’avrebbe convinta ad abitare con lui con la promessa di un lavoro. Ma le cose secondo il racconto della ragazza, che ha denunciato il giovane, non sarebbero andate come sperava. Peralta fu destinato ai domiciliari, ma sarebbe evaso più volte. Avrebbe, addirittura, ospitato nella sua abitazione, durante gli arresti domiciliari, una ragazza del nord, trentenne, conosciuta attraverso Facebook.

Filippo Cardinale