Concessioni balneari ormai in scadenza ma tutto tace

Il sindacato dei balneari di Confcommercio Agrigento sprime oggi preoccupazione del comparto balneari per le imminenti scadenze. Il 31 dicembre prossimo scadono i titoli delle concessioni balneari italiane, così come sentenziato dal Consiglio di Stato già nel novembre 2021 respingendo la richiesta di proroga governativa al 2033, perché ritenuta in contrasto con la direttiva Bolkestein che proibisce i rinnovi automatici sulle concessioni pubbliche.

Le concessioni saranno riassegnate tramite gare pubbliche e i Comuni sono chiamati a predisporre i bandi di gara. Solo allora potranno avvalersi della “mini proroga” di un anno stabilita dal governo Draghi per dare tempo alle amministrazioni di espletare le evidenze pubbliche. Quello che il sindacato dei balneari di Confcommercio Agrigento denuncia è il silenzio del governo, sugli atti formali, e quindi, sui modi e i tempi dell’applicazione esecutiva della normativa comunitaria. Per riassegnare gli spazi delle spiagge servono i decreti attuativi che dovranno stabilire in sintesi le modalità di svolgimento delle gare. La scadenza delle concessioni è imminente e gli operatori del settore ancora nulla sulle procedure che dovranno seguire per richiedere ed ottenere le nuove concessioni. Peraltro, i ritardi non vengono attribuiti solo al governo. Il sindacato balneari di Confcommercio evidenzia anche il silenzio delle amministrazioni locali.

Da anni e anni i sindaci del litorale agrigentino sono chiamati a predisporre e adottare, con urgenza, i piani di utilizzo delle aree demaniali marittime, senza i quali non sarà comunque possibile espletare le gare.

Piani che potrebbero ampliare (questo auspicano operatori del settore e sindacati) le aree demaniali da destinare agli stabilimenti balneari, rispetto alle strutture attualmente operanti.

Disattendere tale adempimento, dichiara Gero Niesi, Vice presidente di Confcommercio Agrigento con delega al sindacato balneari, renderà inesorabile il tracollo dell’intero comparto e dell’indotto. Le amministrazioni comunali, conclude, devono avere chiaro che le strutture balneari sono un patrimonio per tutto il territorio, sia economico che identitario, da proteggere e valorizzare e vanno affiancate e sostenute in un percorso di crescita.