CON LA VITTORIA DI RENZI LA SCONFITTA DEI MARINELLO, CAPODICASA, PANEPINTO, MOSCATT
Editoriale di Filippo Cardinale
Il day after delle primarie lascia segni profondi e incontrovertibili. Renzi, come uno tsunami, ha spazzato via i “signori” delle tessere, i “baroni” del vecchio Pd, quello che parte da lontano e che si è distinto con litigi laceranti. Quello della deleteria logica “meno siamo è meglio è” coniato da qualche politico nostrano che ha aperto emorragie mortali. Tanto che tantissimi militanti hanno perso la voglia di fare politica allontanandosi.
A Sciacca, come altrove in provincia di Agrigento (e non solo) i vecchi big del partito Angelo Capodicasa, Giovanni Panepinto, i novelli come Moscatt, gli emergenti come Enzo Marinello, poi bocciato alle ultime elezioni regionali, hanno registrato una sonora sconfitta. La base, gli elettori, li hanno travolti tributando il consenso a Matteo Renzi. Non solo vecchi politici o emergenti legati alla vacchia dirigenza. Anche il “re della monnezza”, l’inossidabile Vincenzo Marinello patron della Sogeir prima e della nuova società adesso (con tutti i risvolti noti in questi giorni, legato senza tema di smentita alla logica della nomenclatura, è uscito ridimensionato dalla sua capacità di raccolta di consenso e di tessere.
Il day after segna anche, inesorabilmente, l’incosistenza di un congresso cittadino del Pd, quello di recente celebratosi e chiacchierato. Tutto da fare, da rifare. Logica di correttezza e morale politica imporrebbe dimissioni di massa dal direttivo eletto.
La realtà è diversa da un’assemblea che non trova più rispondenza nella nuova frontiera appena aperta da parte di Renzi. I numeri delle primarie svelano una realtà assai diversa dalla logica dell’apparato vetusto e datato.
Attorno al risultato di Renzi a Sciacca hanno lavorato giovani come quelli che hanno dato vita al Big Bang, guidati da Michele Catanzaro. Ma anche scelte di quanti hanno criticato la logica del vecchio Pci-Pds-Ds. Democrazia e Territorio, ad esempio, è tra le realtà che hanno criticato tale logica, costretti all’angolo da parte di menti che pensavano al Pd come cosa propria.
Ha senso, adesso, che il Pd abbia un direttivo superato dalla realtà? Il problema merita di essere affrontato con serietà, ma soprattutto con dignità politica. Il segretario cittadino eletto nei giorni scorsi è rappresentativo della nuova realtà?