Comune di Sciacca-Museo Diffuso 5 Sensi: è vero amore ?

SCIACCA. Comune di Sciacca e Museo Diffuso Cinque Sensi dopo alcuni anni di attività da “separati in casa”, con il nuovo corso politico-amministrativo sembrerebbero intenzionati a dare vita insieme ad un percorso di valorizzazione e promozione della città. Ad unire le strade in sostanza, le stesse strade che fino a pochi mesi fa erano molti distanti l’uno dall’altro. 

Il soggetto pubblico e il soggetto privato sono insieme in un progetto europeo sulla blue economy e pesca sostenibile che si chiama Reboot-Med, già destinatario di un finanziamento che si aggira sui 40 mila euro. Un’iniziativa che, stando alle notizie diffuse dagli interessati sui social, consente agli enti pubblici e privati di lavorare insieme all’interno di un gruppo locale di “multistakeolders” (sistema di governo in evoluzione che prevede l’inclusione delle parti interessate nel processo decisionale e nella fase di implementazione di politiche volte alla gestione del bene comune) per codefinire i piani d’azione Blue Economy per la ripresa del turismo.

A rappresentare il Comune di Sciacca c’è l’assessore alla tutela del mare e allo sviluppo sostenibile ed economico, Francesco Dimino, che si dice entusiasta di affrontare questo progetto insieme al Museo Diffuso 5 Sensi: “Sono soddisfatto – dice Dimino – la nostra amministrazione sa quanto è importante il rilancio della pesca in un ottica di sostenibilità”.

Dimino parla da assessore, quindi c’è da immaginare che l’avvicinamento al Museo sia una precisa scelta politica e strategica dell’amministrazione guidata da Fabio Termine.

“#rebootmed – riferiscono i responsabili del Museo Diffuso – è un progetto portato avanti dall’azienda siciliana PRISM Impresa Sociale, per la quale Viviana Rizzuto è europrogettista, della durata di 24 mesi che promuove lo sviluppo di un’economia blu sostenibile nel sottobacino al fine di #generarecrescita, creare #postidilavoro e fornire un #ambiente di vita migliore per le popolazioni Med e gli ecosistemi turistici in 10 aree pilota in 6 Paesi WestMed: Francia, Italia, Spagna, Tunisia, Marocco e Mauritania”.

Per la cronaca è giusto sottolineare che quando parliamo di avvicinamento lo facciamo guardando al passato, quando ci sono stati evidenti contrasti tra l’Ecomuseo, con la precedente amministrazione comunale che avrebbe sempre rigettato le proposte di collaborazione avanzate, sostenendo a quanto pare che ogni collaborazione doveva partire da un’azione pubblica e che il Museo Diffuso si sarebbe caratterizzato anche da riferimenti politici. Quest’ultimo a sua volta criticava il progetto de Le Vie dei Tesori portato avanti dall’amministrazione in collaborazione con la Fondazione palermitana, simile alle loro proposte.

Oggi, le cose stanno forse cambiando. Forse. Vedremo cosa accadrà e se i due soggetti cominceranno a dialogare davvero. 

Giuseppe Recca