COMPOSTAGGIO CHIUSO PER GRAVI IRREGOLARITA’ AMBIENTALI: PAGANO SOLO I CITTADINI?

Abbiamo scritto, ieri, sul nostro giornale della chiusura imposta dalla Regione, Dipartimento regionale dell’Acque e dei Rifiuti, all’impianto di compostaggio sito in contrada Santa Maria, di proprietà della Sogeir Spa in liquidazione, e gestito dalla Sogeir Impianti, la stessa società che gestisce la discarica di contrada Saraceno-Salinella.

Abbiamo scritto che la chiusura dell’impianto di compostaggio comporta il conferimento del rifiuto umido nell’impianto di Marsala. Questo avviene già da un mese, con evidenti costi aggiuntivi che verranno spalmati sulle bollette che riguardano i rifiuti. Mentre a Sciacca il conferimento costa 75 euro più Iva, da quando l’impianto di Santa Maria è chiuso il prezzo è salito a 100 euro più Iva oltre il trasporto.

La domanda sorge spontanea: perché l’aumento dei costi deve essere caricato sui contribuenti se vi sono responsabilità precise? E ancora un’altra domanda: il sindaco ha inviato già una diffida al gestore? Ha contesto formalmente, specie dopo il provvedimento di sospensione dell’attività dell’impianto di Santa Maria da parte del Dipartimento regionale dell’Acque e dei Rifiuti con lettera inviata lo scorso 4 aprile con numero di protocollo 13538?

Il cittadino può comprendere un normale guasto di un macchinario, ma quando, invece, le contestazioni riguardano criticità ambientali ed è costretto a sborsare di tasca sua, allora si inalbera, si arrabbia, ma soprattutto si interroga se qualcuno paga al suo posto.

La lettera di sospensione e di preavviso di revoca dell’autorizzazione all’attività è stata inviata anche alla Procura della Repubblica di Sciacca.

Ma ciò che fa arrabbiare parecchio è che l’impianto di compostaggio della Sogeir è stato sottoposto a sopralluogo lo scorso 5 febbraio dall’Arpa, dalla Polizia provinciale e dal Libero Consorzio di Agrigento. Ma l’arrabbiatura aumenta in considerazione che la lettera di diffida e di sospensione fa riferimento anche ad una situazione di criticità ambientali riscontrata un anno fa, il 13 aprile del 2017.

Nel sopralluogo di febbraio sono emerse, tra le altre, queste criticità. Nella piattaforma di compostaggio sono stati riscontrati rifiuti in fase di maturazione forzata e la stessa risulta scoperta in quanto i teli di copertura in carboni attivi sono tutti deteriorati, pertanto non assolvono alla funzione di filtraggio e abbattimento delle emissioni diffuse dai rifiuti in maturazione.

E’ stata riscontrata criticità nel biofiltro, in quanto la strumentazione che controlla i parametri del biofiltro non risulta ancora riparata e lo stesso viene gestito manualmente.

E ancora. Durante il sopralluogo del 13 aprile 2017, nell’area adiacente al depuratore erano  presenti n. 2 contenitori di plastica contenenti circa 1.000 litri di cloruro ferreo  depositati direttamente sul pavimento di asfalto.  

La lista delle contestazioni continua. Nella zona adiacente al biofiltro sono presenti n. 6 contenitori in PVC della capacità di circa 10 mc. Cadauno,di cui 2 inutilizzati, che contengono soluzioni acquose di scarto. L’ubicazione di tali contenitori dall’esame della planimetria del progetto autorizzato non trova riscontro, il rifiuto contenuto non è registrato nel registro di carico/scarico dei rifiuti prodotti e pertanto si prefigura uno stoccaggio di rifiuti liquidi in assenza di autorizzazione. Per quanto sopra rilevato si configura la violazione dell’art. 256 commi 1 e 2 del D.Lgs n. 152/06 per aver stoccato rifiuti liquidi pericolosi in assenza di autorizzazione. Di quanto sopra è stata data giusta comunicazione di notizia di reato all’Autorità Giudiziaria in data 15/05/2017 dalla Polizia provinciale di Agrigento.

Nel sopralluogo del 5 febbraio scorso è stato constatato che i mezzi in entrata, dopo lo scarico, non passano nell’area di lavaggio delle ruote perché manca l’approvvigionamento idrico.

E ancora: lungo la viabilità interna risultano delle percolazioni derivanti dall’area di maturazione dei rifiuti (omissis……)

Ciò che fa imbufalire è che la vicenda è anche datata. Cioè un sopralluogo è stato effettuato il 13 aprile dello scorso anno, un anno fa. Siamo di fronte a irregolarità ambientali, di gestione dell’impianto condotta nel non rispetto delle norme. Con la conseguenza che ci sono riverberi ambientali che sono abbastanza gravi.

Auspichiamo che il sindaco Francesca Valenti e l’assessore all’Ecologia Paolo Mandracchia facciano luce su questi fatti e comunichino alla città le relative determinazioni. Il sindaco è il responsabile sanitario della città. Non ci troviamo di fronte ad un guasto temporaneo di un macchinario, siamo di fronte a vicende che entrano a piedi uniti nel campo penale.

Il cittadino non può essere solo un bancomat dal quale prelevare tasse. Al cittadino bisogna presentare anche le responsabilità con nomi e cognomi. Infine, sollecitiamo il sindaco ad assumere provvedimenti tali da far pesare i costi di conferimento a Marsala solo sul gestore e non sui contribuenti.

Filippo Cardinale


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