COMPITO ARDUO AMMINISTRARE PER IL PROSSIMO SINDACO
Il clima elettorale farà salire la tensione tra i partiti. Il nuovo sindaco dovrà fare i conti con una realtà durissima: la crisi finanziaria che è strutturale
Editoriale di Filippo Cardinale
Si prospetta una campagna elettorale assai tesa, incandescente. Si voterà il prossimo maggio per l’elezione del sindaco e il rinnovo del Consiglio comunale. Il 4 luglio si celebrerà il congresso cittadino del Pd per eleggere il nuovo segretario Michele Catanzaro. Poi ci sarà la pausa estiva. I politici saranno impegnati ad abbronzarsi, le sedute consiliari subiranno una pausa. La ripresa delle attività politiche coinciderà con settembre. Il clima sarà rovente e lo sarà per tutto il periodo autunnale e invernale.
Sarà un lungo inverno politico a base di accuse reciproche tra le varie parti. Ma l’eco non raccoglie solo le invettive del centrosinistra e del centrodestra, il prossimo anno c’è una voce che rimbomba nella cavea: quella dei grillini. I cittadini non ascolteranno più, dunque, le accuse da una parte all’altra. No, saranno di fronte ad un concerto con tanti voci e strumenti. Sarà una campagna elettorale con 4-5 candidati a sindaco.
Sarà anche una campagna elettorale dove vedere i simboli dei partiti sarà difficile. Una cosa è certa, la politica ha compreso quanto sia caduta in basso l’asticella della fiducia nei partiti. Non sarà semplice, comunque, fare un’azione di maquillage e utilizzare liste civiche come telo per celare il “vecchio”. I risultati elettorali di Favara e Porto Empedocle, per citare un esempio che ricade nel perimetro agrigentino e quindi limitrofo, hanno impartito una lezione memorabile. Sono luoghi natii di politici potenti, come il ministro Angelino Alfano, dei suoi pupilli, Nino Bosco ed Enzo Fontana (il primo deputato nazionale, il secondo, regionale), come Michele Cimino. Eppure, proprio a casa loro hanno subito una pesante sconfitta. Ciò dimostra che il recinto dei voti sicuri si è inesorabilmente aperto e il consenso è in libera uscita. Ormai è facile che la gente dica si davanti, ma poi nell’urna vota di testa propria.
Il malessere collettivo è troppo elevato. La gente ha il carico della lunga crisi economica, ma anche sociale. La gente porta sulle spalle tutto il peso di una politica, che parte da lontano, che non ha saputo creare le condizioni di vero sviluppo in Sicilia, isola che ha risorse che il mondo ci invidia. La gente porta sulle spalle il peso di una tassazione non più sopportabile. Il prossimo sindaco di Sciacca (ma la situazione è diffusa) avrà un durissimo compito. Un compito immane che costituisce la spina dorsale di progetto, di ogni programma da realizzare: la situazione finanziaria del Comune (dei comuni, visto che il fenomeno è diffuso).
Negli ultimi anni i tagli dei trasferimenti statali e regionali sono stati consistenti, anzi, deleteri. Chiunque sarà il sindaco, tranne che sia un mago e disponga della lampada di Aladino, dovrà sbattere la faccia contro la dura realtà: le casse finanziarie. Il bilancio comunale è in gran parte assorbito dall’esoso costo del personale. I continui tagli influiscono e influiranno anche sull’erogazione di servizi verso il sociale, verso i più deboli. Non si illuda, il nuovo sindaco, che basterà fare qualche economia. La questione è strutturale. O si concretizzano entrate strutturali che diano forte ossigeno, oppure sarà inevitabile alzare il livello della tassazione locale, già alta.
La prossima campagna elettorale non può essere sovrapponibile alle precedenti. E’ la realtà che lo impone. Né possono valere programmi che enunciano cose che resteranno solo sulla carta. Né tantomeno, programmi che sono copia e incolla di cose a volte banali, a volte ridicole. Chiunque vinca dovrà sempre fare i conti con una cultura locale che ama le regole solo quando a rispettarle devono essere gli altri. Lo si vede nel piccolo: conferire i rifiuti nelle ore stabilite, oppure tenere pulita la città, oppure non parcheggiare selvaggiamente. Amministrare Sciacca significa farlo senza guardare al consenso. Amministrare Sciacca significa farlo senza guardare al secolare dualismo che vige in città, amministrare Sciacca significa assumere scelte guardando al domani, non alle lobby più o meno consistenti.
Ecco perché la prossima campagna elettorale deve evitare lo scambio di improperi, di fango, di insulti. Così si evita, solo, di guardare la realtà. La politica, se vuole riacquistare credibilità, faccia bene il suo compito. Cominciando nel proporre personale valido, anche nelle liste che concorrono per il Consiglio comunale.